venerdì 18 giugno 2010

La Rai, il Cav. e la P2


Da http://www.informarmy.com/2010/06/la-rai-il-cav-e-la-p2.html

Se il ministro Calderoli sulla tv pubblica la pensa come Licio Gelli

La P2 di Licio Gelli e del Maestro Silvio Berlusconi (tessera 1816) ha un nuovo aderente, almeno ai principi, il ministro Roberto Calderoli, che in un'intervista alla Stampa ha dichiarato: "Se la Rai deve fare il servizio pubblico lo può fare con un canale, gli altri due andrebbero privatizzati". Le stesse parole pronunciate dal Venerabile in un'intervista in cui ricorda gli obiettivi della P2: "Due dei tre canali della Rai dovevano passare ai privati, che avrebbero garantito più offerta". Strana coincidenza, come quella raccontata da Travaglio sul Fatto Quotidiano a proposito della legge Bavaglio e del divieto di pubblicare i nomi dei magistrati. Il 6 marzo 2000 Berlusconi, ospite di Telelombardia, dichiara: "Essere stato piduista non è un titolo di demerito, lo dice la magistratura. Nella P2 c'erano numerosi esponenti della vita pubblica, nessuno è stato condannato." (Tra gli iscritti alla loggia anche l'attuale presidente dei parlamentari del Pdl, Fabrizio Cicchitto).

L'iniziazione del premier avviene nel 1977, nella sede di via Condotti, presenti: il giornalista Roberto Gervaso, il medico Fabrizio Trecca, capo della sezione mass media. Finita la cerimonia a mister B. vengono consegnati: i guanti, il grembiule e erroneamente la tessera di Apprendista. Gelli: "Berlusconi ce la mandò indietro e noi gliela cambiammo con quella di Maestro, allegando una lettera di scuse". Chi ha fatto parte della P2 ha tradito la storia dell'Italia ed ha infangato i principi che l'hanno ispirata. Per ben quattro volte il Cavaliere ha giurato fedeltà alla Costituzione.

Nel momento del giuramento avrà incrociato l'indice e il medio della mano sinistra, come si faceva da ragazzi per non far risultare il falso un peccato. La stessa cosa l'avrà fatta il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, durante la lettura, molto incerta, dell'editoriale in occasione della presentazione della nuova scenografia. Sentirlo parlare di "orgoglio nazionale", lui che sta seduto nella poltrona che fu di Vittorio Veltroni, Enzo Biagi, Willy De Luca, Emilio Rossi, Albino Longhi, Gad Lerner, solo per volere del padrone di Mediaset e null'altro, è imbarazzante.

Da quando è direttore il Tg1 non è mai stato protagonista per un'inchiesta fatta, ma per gli ascolti persi e le notizie non date. Non si dovrebbero dimenticare le parole di Tina Anselmi che fu presidente della Commissione parlamentare sulla P2: "Quando un paese non vive nella trasparenza delle istituzioni è un paese che rischia la condanna di non essere democratico".

Da il Fatto Quotidiano del 15 giugno



Fonte: http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2499460&yy=2010&mm=06&dd=15&title=la_rai_il_cav_e

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