mercoledì 19 maggio 2010

LA RETE, UNA TELA… DI RAGNO?


DI GILLES BONAFI
gillesbonafi.skyrock.com

Le origini vere e proprie della rete Internet internazionale, del web, sono poco conosciute. Inizialmente, si trattava di un progetto militare USA avente la finalità di realizzare una rete di computer per migliorare le comunicazioni fra i ricercatori all’interno del DARPA [“Agenzia per i progetti di ricerca avanzata per la difesa”, ndt]

Il DARPA è un’agenzia del dipartimento della difesa degli Stati Uniti, destinata alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie per uso militare. Questo progetto si realizzò nel 1966, quando Lawrence G. Roberts (ricercatore al MIT [“Università del Massachusetts”, ndt] e successivamente al DARPA), il “National physical Laboratory” [“Laboratorio nazionale per le unità di misura per il Regno Unito”, ndt] e soprattutto la “Rand Corporation” [“Istituto di ricerca e d’analisi” ndt] crearono la rete ARPANET, che il 1° gennaio 1983 divenne ufficialmente internet (vedi Lawrence Roberts, su wikipedia.org).

La Rand Corporation è un think tank statunitense, specializzato nella consulenza, la ricerca e l’analisi nel campo delle nuove tecnologie. Si tratta di un’istituzione influente che ha avuto dei membri molto noti, come Condoleezza Rice o Donald Rumsfeld, con un budget di 230 milioni di dollari, secondo la valutazione del 2008.

In seguito, nel 1989,Tim Berners-Lee, informatico al CERN [“Organizzazione europea per la ricerca nucleare” ndt] sviluppò un collegamento ipertestuale che necessitava l’uso d’internet. Il World Wide Web era nato. Il 30 aprile 1993, il CERN annunciò che il World Wide Web sarebbe stato gratuito per tutti, perché di dominio pubblico (vedi anche: PressWeb)

È interessante notare che l’indirizzo IP del World Wide Web Consortium [associazione che lavora allo sviluppo di linguaggi e protocolli per il Web, ndt] la cui sigla è W3C, è www. La lettera w che corrisponde alla sesta lettera dell’alfabeto ebraico ha per valore numerico 6 (la gematria [studio numerologico delle parole in lingua ebraica utilizzato per analizzare la Cabala, ndt]) e dunque, www = 666. Strana coincidenza, soprattutto quando si sa che la data scelta per il lancio, il 30 aprile, è tradizionalmente associata alla notte delle streghe, detta notte di Walpurgis, data del suicidio di Hitler e della creazione della chiesa di Satana di Anton Lavey a San Francisco. Del resto, anche il logo è rivelatore e non richiede alcun commento ulteriore.

Rapidamente, questo strumento è divenuto il più grande mezzo per le informazioni istantanee, si è anche trasformato in un impressionante dispositivo di resistenza e di attivismo. Tuttavia, la libertà d’espressione su Internet potrebbe essere compromessa un giorno.

Lockheed Martin [azienda specializzata nell’ingegneria spaziale e nella difesa, ndt], Microsoft e il DARPA preparano, in effetti, una rete militare del futuro. Il loro scopo è di definire un nuovo protocollo di rete militare. Lockheed Martin ha ottenuto un contratto di 31 milioni di dollari con il governo statunitense per lavorare e reinventare il TCP/IP [insieme di protocolli di rete, ndt]. L’azienda Microsoft è coinvolta nei lavori. Secondo le dichiarazioni di John Mengucci della Lockheed Martin, le ragioni principali del contratto consistono nella necessità di anticipare i possibili attacchi: “le nuove minacce e attacchi di rete richiedono dei concetti di protezione rivoluzionari. Con questo progetto […] noi lavoriamo per rafforzare la cyber-sicurezza e per assicurarci che i combattenti potranno continuare a combattere nonostante i cyber-attacchi”. Ma non bisognerebbe piuttosto scorgere la volontà di creare una nuova rete più controllabile?

Per altro, una nuova legge in preparazione negli Stati Uniti potrebbe ostacolare gli internauti. Il Cybersecurity Act of 2009 o piuttosto il Rockfeller-Snowe Cybersecurity Act [si tratta di un disegno di legge per la cyber-sicurezza del 2009 indifferentemente chiamato nel primo e nel secondo modo, ndt], se sarà votato, permetterà di limitare o di bloccare Internet negli USA. È la sezione 18 della legge S 773 proposta dal senatore John (Jay) Rockefeller e la senatrice Olympia Jean Snowe ad essere in discussione. “Il presidente può dichiarare lo stato d’urgenza per la cyber-sicurezza e ordinare la limitazione o il blocco del traffico internet in provenienza o verso tutti i governi federali compromessi o tutti i sistemi critici”.

Per di più, è stata prevista la creazione di un posto di consigliere nazionale per la cyber-sicurezza (NCA). Il consigliere dovrebbe riferire direttamente al presidente degli Stati Uniti.

John Fontana, giornalista su Network World [rivista di approfondimento statunitense], se ne preoccupava nel suo articolo del 4 aprile 2009, intitolato “La legge darebbe a Obama il potere di chiudere internet e le reti durante i cyber-attacchi”. Dei dissidenti hanno domandato che questa frase (la sezione 18 ndr) sia definita più chiaramente. “È una legge di grande portata. Sembra che il presidente possa interrompere completamente internet o domandare a delle società come Verizon Communications [importante azienda americana per le telecomunicazioni] di limitarne il traffico. È molto preoccupante”, assicura Leslie Harris, presidente del CDT [Centro per la democrazia e la tecnologia], che difende i valori democratici e le libertà costituzionali dell’era numerica”.

La senatrice del Maine Olympia Jean Snowe ha d’altra parte affermato che questa legge “favorisce l’utilizzo dei tribunali militari a detrimento dei tribunali civili” al fine di lottare contro il terrorismo.

In più, questa proposta di legge si ritrova al centro dell’attualità. Mercoledì 24 Marzo 2010, il Comitato del Commercio Scienza e Trasporto ha approvato la legge della Cyber sicurezza S 773 che è attualmente in discussione al Senato.

La lotta contro il terrorismo è, quindi, ancora una volta utilizzata al fine di limitare le libertà. Alcuni parlano della revisione della sezione 18 di questa legge che, se passasse nello stato attuale, permetterebbe al presidente USA di controllare completamente il Web.

Per di più, tutto ciò fa stranamente pensare a Isaia 59.4; “Covano delle uova di basilisco, e tessono delle tele di ragno. Colui che mangia le loro uova muore; e se se ne rompe uno ne esce una vipera” O anche a Giobbe 8.14: “Queste certezze sono fragili, la sua sicurezza non è che una tela di ragno”.

Presso gli Aztechi, il ragno è il simbolo del dio degli inferi. Nella mitologia greca, Aracne volle misurarsi con Atena tessendo una tela e fu punita, poiché nessuno può essere uguale agli dei.

Non dimentichiamo ciò che Jean-Claude Juncker, Primo ministro, ministro delle finanze del Lussemburgo, governatore della banca mondiale dal 1989 al 1995, anziano governatore della BERD [Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo] e del FMI [Fondo monetario internazionale] presidente attuale dell’Eurogruppo, dichiarava nel settimanale tedesco Der Spiegel n°52/1999 p. 136:

“Prima decidiamo qualcosa, poi la lanciamo nello spazio pubblico. In seguito aspettiamo un po’ e guardiamo cosa succede. Se non fa scandalo o non provoca sommosse, perché la maggior parte delle persone non si sono neanche rese conto di ciò che è stato deciso, continuiamo, passo dopo passo, fin quando non sia più possibile tornare indietro”.

(Jean-Claude Juncker è un furbo. Prima decidiamo qualcosa, poi la lanciamo nello spazio pubblico. In seguito aspettiamo un po’ e guardiamo cosa succede…)

Gilles Bonafi è professore e analista economico.

Titolo originale: "Le Net, une toile… d’araignée ?"

Fonte: http://gillesbonafi.skyrock.com/
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7066
Link
22.04.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MBLOOMET

martedì 18 maggio 2010

L' ULTIMO INCONTRO DELLA COMMISSIONE TRILATERALE



DI JAMES P.TUCKER JR.
americanfreepress.net/
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7065

La Commissione Trilaterale vuole una guerra in Iran, una moneta mondiale e una Banca Centrale

I membri della Commissione Trilaterale, irritati per il loro fallimento nello stabilire un governo mondiale e per la crisi economica che hanno generato, hanno proclamato la guerra contro l’Iran nel loro ultimo incontro tenuto a porte chiuse a Dublino dal 7 al 10 maggio.

I piani di guerra sono stati rivelati da Mikhail Slobodovsici, consigliere capo della leadership russa, mentre passeggiava per l’albergo Four Seasons, dove la Commissione Trilaterale si è asserragliata protetta da guardie armate e a porte chiuse. Nel rivolgersi a Alan Keenan, che lavora per il sito WeAreChange.org , lui credeva di star parlando ad un collega della Commissione.

Nella foto: L'albergo Four Seasons dove si è tenuta l'ultima riunione

“Stiamo decidendo il futuro del mondo” ha detto Slobodovisci. “Abbiamo bisogno di un governo mondiale” ha proseguito, ma, riferendosi all’Iran,” dobbiamo sbarazzarcene” ha affermato.

Indubbiamente è stato un proclama di guerra della Trilaterale. Molti dei milionari e miliardari della Commisione hanno pesanti investimenti nell’industria e le guerre fanno enormi profitti.

Improvvisamente Slobodovisci ha notato che la targhetta di Keenan era diversa dall’etichetta della Commisione e ha detto: “Non posso parlare – noi operiamo secondo le regole di Chatham House.”

A Slobodovisci la Trilaterale ha richiesto di pretendere ulteriori scuse per l’eccidio di una cifra stimata tra i 30 e 60 milioni di abitanti della vecchia Unione Sovietica ad opera del dittatore Josef Stalin. Il primo ministro Vladimir Putin ha chiesto umilmente scusa nell’anniversario dell’esecuzione di 20.000 soldati polacchi. Putin ha ammesso che il massacro era stato eseguito dai sovietici, non dai tedeschi come sostenuto dai sovietici per mezzo secolo. Nonostante tutto, il presidente russo Dmitry Medvedev ha nuovamente chiesto scusa il giorno dopo (il 9 Maggio), accusando i cittadini sovietici di aver tollerato il massacro, affermando che essi erano pienamente consapevoli dello spargimento di sangue.

Non sono mai stati così depressi gli illustri membri della Trilaterale.

“Ogni anno va peggio”, ha sostenuto uno di loro. “Perché ci prendiamo la briga di vederci ancora?”

“Non possiamo semplicemente cedere e lasciare,” ha risposto un altro. “Il Bildelberg si attende la bozza di un piano da parte nostra”.

Una parte notevole delle loro frustrazioni deriva dal fallimento nello stabilire un governo mondiale. Nel 1999, sia la Trilaterale che il gruppo Bildelberg confidavano nel prevedere che avrebbero ottenuto un governo mondiale per l’anno 2000. Una decina d’anni dopo, il loro obiettivo appare ancora più lontano. E di questo loro danno colpa ai “nazionalisti”, che si oppongono alla resa della sovranità nei confronti degli organismi internazionali.

Il gruppo Bildelberg si incontrerà dal 4 al 7 giugno in Spagna, a Sitges, una cittadina vacanziera a circa 20 miglia da Barcellona, per fare scelte definitive su cosa imporre al mondo.

Il Bildelberg chiuderà l’intero perimetro del Dolce Sitges con guardie armate e sicurezza privata. Il Bildelberg è composto da circa 120 finanzieri internazionali, capi di stato europei ed alti ufficiali della Casa Bianca, e dai segretari dei dipartimenti di Stato e Commercio, tra gli altri.

La Commissione Trilaterale è la squadra di riserva, con poco più di 300 partecipanti. Il Bildelberg, la squadra principale nell’aspirante governo mondiale segreto, ne conta poco più di 100. I due gruppi hanno una leadership coordinata e l’obiettivo comune di un governo mondiale sotto il loro controllo.

Tuttavia la Trilaterale attira capi di stato e altri alti funzionari in Europa e finanzieri internazionali, inclusi David Rockfeller e i membri della famiglia Rotschild. Parteciperanno anche alti funzionari della Casa Bianca e dei dipartimenti del Tesoro, Stato e Commercio dell’amministrazione di Obama.

I Trilateralisti sono delusi per non essere stati in grado di sfruttare la crisi economica che hanno contribuito a generare creando un “dipartimento del tesoro” sotto l’egida dell’ONU. Danno la colpa al “crescente nazionalismo” e chiedono “ come faceva quella gente a sapere di questo”, secondo testimoni all’interno dell’albergo della Trilaterale. Nonostante tutto, la Trilaterale va avanti. In un commento basato su interviste ai leader della Trilaterale o da loro dettate, l’economista Richard Douthwaite scriveva lo scorso 7 maggio su The Irish Times:

La crescita economica non può accrescere gli introiti in maniera certa e veloce in modo tale da garantire i risultati sperati. L’unico possibile rimedio è l’inflazione. Questa potrebbe essere costruita facendo creare alla Banca Centrale Europea denaro dal nulla per dare ai paesi della zona euro soldi da spendere...Un altro ostacolo irrazionale è il sentimento che il denaro non può essere creato sul nulla...

Dalle pagine di quel giornale Douthwaite chiede alla Banca Centrale Europea di avviare la stampa di valuta così come lo sta facendo la Federal Reserve , di proprietà e controllo privati, per inondare di dollari i suoi amici negli Stati Uniti.

Secondo le regole bancarie in Europa, la Banca Centrale Europea ha un limite nell’emissione di valuta per un tetto massimo del 2 per cento sull’inflazione. Doughwaite vorrebbe che questo limite fosse tolto ai banchieri.

Negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha distribuito denaro gratuito alle banche che ne fanno parte abbassando il tasso di sconto a quasi zero. In Europa, scrive Douthwaite: “ questo obiettivo potrebbe essere costruito facendo creare alla Banca Centrale Europea denaro dal nulla per dare ai paesi della zona euro soldi da spendere”.

Il risultato – osserva lui – sarebbe l’inflazione, perché ci sarebbero più soldi in circolazione per pagare i debiti dei governi. Ma in questo lui non vede nulla di male.

Comunque, come il membro del congresso Ron Paul nota, il problema dell’inflazione è che colpisce la classe operaia perché agisce come una tassa indiretta.

“Detto in poche parole, stampare valuta per pagare le spese federali diluisce il valore del dollaro, il che causa prezzi più alti per beni e servizi” avverte Ron Paul. “I risparmiatori e chi vive di entrate fisse o basse sono i più colpiti per l’aumento del costo della vita. Famiglie a reddito medio-basso sono quelle che più soffrono perché lolottano per far quadrare i conti mentre la ricchezza viene letteralmente trasferita dalla classe media a quella abbiente”.

L’idea dell’emissione fraudolenta di denaro è stata abbracciata da Gary Jenkins di Evolution Securities. Ha detto che la Banca Centrale Europea può iniziare a stampare denaro per tirarsi fuori dalla fossa. “ Se giungiamo sull’orlo del baratro, potrebbe essere rimasta l’unica opzione possibile” ha continuato. “Solo la BCE può stampare gli euro per salvare il sistema”.

Per ora Jean-Claude Trichet, il presidente della Banca Centrale Europea, nega che stampare denaro possa essere avviata. Trichet sembra essere in minoranza qui e la pressione da parte dei momndialisti può forzarlo infine ad aumentare l’inflazione nel tentativo di contenere l’inevitabile collasso della UE.

Il primo ministro irlandese, Brian Cowen, era stato invitato a fare gli onori di casa al consesso della Commisione Trilaterale, per poi andare via. Questa è la prassi della Trilaterale e del Bilderberg: Il capo del paese che ospita parla e poi va via. Ma Cowen non aveva gradito l’essere escluso, così è apparso deliberatamente in ritardo di 35 minuti – e i Trilateralisti non sono abituati ad essere lasciati in attesa.

Paul Volker, presidente del consiglio d’amministrazione dell’Economic Recovery Advisory Board del presidente Obama e precedentemente amministratore delegato della Fed, ha espresso la sua ira facendo domande ostili. Cowen ha cercato di separare l’economia irlandese da quella greca e di altri paesi della UE che sono sotto attacco per la crisi economica.

Volker ha detto a Cowen che sebbene lui fosse stato “storicamente..molto attratto dall’euro” ora appariva dubbioso”. Volker ha continuato: “ Voi avete alcune decisioni difficili da prendere qui, ma la questione dell’avere una Banca Centrale indipendente, il tasso d’interesse comune, la moneta comune...sono proprio curioso se nella sua testa questo genera domande circa le strutture governative dell’Europa.
v “Lei non è in favore di una ulteriore centralizzazione, mi sembra di capire, sebbene altri lo siano, ma cosa significa questa crisi per il futuro dell’Europa? Ha chiesto Volker.

Cowen ha ammesso che l’euro ha dei problemi di credibilità. Ha affermato che i ministri della Finanza della UE avrebbero rivisto “ gli accordi attuali” nei mesi a venire per capire come possono essere migliorati “ in modo di aggiungere credibilità alla moneta e al contempo creare ampio consenso popolare”.

In altre parole la Commissione Trilaterale prevede di:

Aumentare i prezzi della benzina negli Stati Uniti. Gli europei ora pagano 10 dollari il gallone, gli americani circa 3. I Trilateralisti sostengono che gli americani devono pagarne 7.

Il petrolio viene prodotto solo all’81% della capacità così da aumentare la domanda e quindi il prezzo. Molti dei membri sono nati nella ricchezza petrolifera.

Essi celebrano la legge sanitaria, che ritengono aumenterà drammaticamente i costi e ridurrà i servizi. E’ uno stile europeo, e Obama è il loro ragazzo tuttofare. Loro sono in attesa del giorno in cui gli americani pagheranno il 50% dei loro introiti in tasse federali, come avviene diffusamente in Europa.

James P. Tucker, Jr.
Fonte: http://americanfreepress.net/
Link: http://americanfreepress.net/html/tucker_trumps_trilats_222.html
16.05.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RENATO MONTINI

COME LA GERMANIA IN BANCAROTTA RISOLSE I SUOI PROBLEMI ECONOMICI


di Ellen Brown


dal sito www.webofdebt.com
Traduzione di Gianluca Freda

http://blogghete.blog.dada.net/
http://cospirazionista.blogspot.com/


“Non siamo stati così sciocchi da creare una valuta [collegata all’] oro, di cui non abbiamo disponibilità, ma per ogni marco stampato abbiamo richiesto l’equivalente di un marco in lavoro o in beni prodotti... ci viene da ridere tutte le volte che i nostri finanzieri nazionali sostengono che il valore della valuta deve essere regolato dall’oro o da beni conservati nei forzieri della banca di stato”.

(Adolf Hitler, citato in “Hitler’s Monetary System”, www.rense.com, che cita C. C. Veith, Citadels of Chaos, Meador, 1949)


Quello di Guernsey non fu l’unico governo a risolvere i propri problemi infrastrutturali stampando da solo la propria moneta. (Vedi E. Brown, "Waking Up on a Minnesota Bridge," www.webofdebt.com/articles/infrastructure-crisis.php, del 4 agosto 2007). Un modello assai più noto si può trovarlo nella Germania uscita dalla Prima Guerra Mondiale. Quando Hitler arrivò al potere, il paese era completamente, disperatamente in rovina. Il Trattato di Versailles aveva imposto al popolo tedesco risarcimenti che lo avevano distrutto, con i quali si intendeva rimborsare i costi sostenuti nella partecipazione alla guerra per tutti i paesi belligeranti. Costi che ammontavano al triplo del valore di tutte le proprietà esistenti nel paese. La speculazione sul marco tedesco aveva provocato il suo crollo, affrettando l’avvento di uno dei fenomeni d’inflazione più rovinosi della modernità. Al suo apice, una carriola piena di banconote, per l’equivalente di 100 miliardi di marchi, non bastava a comprare nemmeno un tozzo di pane. Le casse dello stato erano vuote ed enormi quantità di case e di fattorie erano state sequestrate dalle banche e dagli speculatori. La gente viveva nelle baracche e moriva di fame. Nulla di simile era mai accaduto in precedenza: la totale distruzione di una moneta nazionale, che aveva spazzato via i risparmi della gente, le loro attività e l’economia in generale. A peggiorare le cose arrivò, alla fine del decennio, la depressione globale. La Germania non poteva far altro che soccombere alla schiavitù del debito e agli strozzini internazionali.

O almeno così sembrava. Hitler e i Nazional Socialisti, che arrivarono al potere nel 1933, si opposero al cartello delle banche internazionali iniziando a stampare la propria moneta. In questo presero esempio da Abraham Lincoln, che aveva finanziato la Guerra Civile Americana con banconote stampate dallo stato, che venivano chiamate “Greenbacks”. Hitler iniziò il suo programma di credito nazionale elaborando un piano di lavori pubblici. I progetti destinati a essere finanziati comprendevano le infrastrutture contro gli allagamenti, la ristrutturazione di edifici pubblici e case private e la costruzione di nuovi edifici, strade, ponti, canali e strutture portuali. Il costo di tutti questi progetti fu fissato a un miliardo di unità della valuta nazionale. Un miliardo di biglietti di cambio non inflazionati, chiamati Certificati Lavorativi del Tesoro. Questa moneta stampata dal governo non aveva come riferimento l’oro, ma tutto ciò che possedeva un valore concreto. Essenzialmente si trattava di una ricevuta rilasciata in cambio del lavoro e delle opere che venivano consegnate al governo. Hitler diceva: “Per ogni marco che viene stampato, noi abbiamo richiesto l’equivalente di un marco di lavoro svolto o di beni prodotti”. I lavoratori spendevano poi i certificati in altri beni e servizi, creando lavoro per altre persone.

Nell’arco di due anni, il problema della disoccupazione era stato risolto e il paese si era rimesso in piedi. Possedeva una valuta solida e stabile, niente debito, niente inflazione, in un momento in cui milioni di persone negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali erano ancora senza lavoro e vivevano di assistenza. La Germania riuscì anche a ripristinare i suoi commerci con l’estero, nonostante le banche estere le negassero credito e dovesse fronteggiare un boicottaggio economico internazionale. Ci riuscì utilizzando il sistema del baratto: beni e servizi venivano scambiati direttamente con gli altri paesi, aggirando le banche internazionali. Questo sistema di scambio diretto avveniva senza creare debito né deficit commerciale. L’esperimento economico della Germania, proprio come quello di Lincoln, ebbe vita breve; ma lasciò alcuni durevoli monumenti al suo successo, come la famosa Autobahn, la prima rete del mondo di autostrade a larga estensione (1).

Di Hjalmar Schacht, che era all’epoca a capo della banca centrale tedesca, viene spesso citato un motto che riassume la versione tedesca del miracolo del “Greenback”. Un banchiere americano gli aveva detto: “Dottor Schacht, lei dovrebbe venire in America. Lì abbiamo un sacco di denaro ed è questo il vero modo di gestire un sistema bancario”. Schacht replicò: “Lei dovrebbe venire a Berlino. Lì non abbiamo denaro. E’ questo il vero modo di gestire un sistema bancario” (2).

Benché Hitler sia giustamente citato con infamia nei libri di storia, egli fu piuttosto popolare presso il popolo tedesco, almeno nei primi tempi. Stephen Zarlenga, in The Lost Science of Money, afferma che ciò era dovuto al fatto che egli salvò temporaneamente la Germania dalle teorie economiche inglesi. Le teorie secondo le quali il denaro deve essere scambiato sulla base delle riserve aurifere in possesso di un cartello di banche private piuttosto che stampato direttamente dal governo (3). Secondo il ricercatore canadese Henry Makow, questo fu probabilmente il motivo principale per cui Hitler doveva essere fermato; egli era riuscito a scavalcare i banchieri internazionali e a creare una propria moneta. Makow cita un interrogatorio del 1938 di C. G. Rakovsky, uno dei fondatori del bolscevismo sovietico e intimo di Trotzky, che finì sotto processo nell’URSS di Stalin. Secondo Rakovsky, l’ascesa di Hitler era stata in realtà finanziata dai banchieri internazionali, attraverso il loro agente Hjalmar Schacht, allo scopo di tenere sotto controllo Stalin, che aveva usurpato il potere al loro agente Trotzky. Ma Hitler era poi diventato una minaccia anche maggiore di quella rappresentata da Stalin quando aveva compiuto l’audace passo di iniziare a stampare moneta propria. Rakovsky affermava:

“[Hitler] si era impadronito del privilegio di fabbricare il denaro, e non solo il denaro fisico, ma anche quello finanziario; si era impadronito dell’intoccabile meccanismo della falsificazione e lo aveva messo al lavoro per il bene dello stato... se questa situazione fosse arrivata a infettare anche altri stati... potete ben immaginarne le implicazioni controrivoluzionarie” (4).

L’economista Henry C. K. Liu ha scritto sull’incredibile trasformazione tedesca:

“I nazisti arrivarono al potere in Germania nel 1933, in un momento in cui l’economia era al collasso totale, con rovinosi obblighi di risarcimento postbellico e zero prospettive per il credito e gli investimenti stranieri. Eppure, attraverso una politica di sovranità monetaria indipendente e un programma di lavori pubblici che garantiva la piena occupazione, il Terzo Reich riuscì a trasformare una Germania in bancarotta, privata perfino di colonie da poter sfruttare, nell’economia più forte d’Europa, in soli quattro anni, ancor prima che iniziassero le spese per gli armamenti” (5).

In Billions for the Bankers, Debts for the People [Miliardi per le Banche, Debito per i Popoli], (1984), Sheldon Emry commenta:

“Dal 1935 in poi, la Germania iniziò a stampare una moneta libera dal debito e dagli interessi, ed è questo che spiega la sua travolgente ascesa dalla depressione alla condizione di potenza mondiale in soli 5 anni. La Germania finanziò il proprio governo e tutte le operazioni belliche, dal 1935 al 1945, senza aver bisogno di oro né di debito, e fu necessaria l’unione di tutto il mondo capitalista e comunista per distruggere il potere della Germania sull’Europa e riportare l’Europa sotto il tallone dei banchieri. Questa vicenda monetaria non compare oggi più neanche nei testi delle scuole pubbliche”.

UN ALTRO SGUARDO ALL’IPERINFLAZIONE DI WEIMAR

Nei testi moderni si parla della disastrosa inflazione che colpì nel 1923 la Repubblica di Weimar (nome con cui è conosciuta la repubblica che governò la Germania dal 1919 al 1933). La radicale svalutazione del marco tedesco è citata nei testi come esempio di ciò che può accadere quando ai governi viene conferito il potere incontrollato di stampare da soli la propria moneta. Questo è il motivo per cui viene citata, ma nel complesso mondo dell’economia le cose non sono come sembrano. La crisi finanziaria di Weimar ebbe inizio con gli impossibili obblighi di risarcimento imposti dal Trattato di Versailles. Schacht, che all’epoca era il responsabile della zecca della repubblica, si lamentava:

“Il Trattato di Versailles è un ingegnoso sistema di provvedimenti che hanno per fine la distruzione economica della Germania... Il Reich non è riuscito a trovare un sistema per tenersi a galla diverso dall’espediente inflazionistico di continuare a stampare banconote”.

Questo era ciò che egli dichiarava all’inizio. Ma Zarlenga scrive che Schacht, nel suo libro del 1967 The Magic of Money, decise “di tirar fuori la verità, scrivendo in lingua tedesca alcune notevoli rivelazioni che fanno a pezzi la “saggezza comune” propagandata dalla comunità finanziaria riguardo all’iperinflazione tedesca” (6). Schacht rivelò che era la Banca del Reich, posseduta da privati, e non il governo tedesco che pompava nuova valuta nell’economia. Come la Federal Reserve americana, la Banca del Reich agiva sì sotto la supervisione di ufficiali del governo, ma operava per fini di profitto privato. Ciò che trasformò l’inflazione della guerra in iperinflazione fu la speculazione degli investitori stranieri, che vendevano marchi a breve termine scommettendo sulla loro perdita di valore. Nel meccanismo finanziario conosciuto come vendita a breve termine, gli speculatori prendono in prestito qualcosa che non possiedono, la vendono e poi “coprono” le spese ricomprandola a prezzo inferiore. La speculazione sul marco tedesco fu resa possibile dal fatto che la Banca del Reich rendeva disponibili massicce quantità di denaro liquido per i prestiti, marchi che venivano creati dal nulla annotando entrate sui registri bancari e poi prestati ad interessi vantaggiosi. Quando la Banca del Reich non riuscì più a far fronte alla vorace richiesta di marchi, ad altre banche private fu permesso di crearli dal nulla e di prestarli, a loro volta, a interesse (7).

Secondo Schacht, quindi, non solo non fu il governo a provocare l’iperinflazione di Weimar, ma fu proprio il governo che la tenne sotto controllo. Alla Banca del Reich furono imposti severi regolamenti governativi e vennero prese immediate misure correttive per bloccare le speculazioni straniere, eliminando le possibilità di facile accesso ai prestiti del denaro fabbricato dalle banche. Hitler poi rimise in sesto il paese con i suoi Certificati del Tesoro, stampati dal governo su modello del Greenback americano.

Schacht disapprovava l’emissione di moneta da parte del governo e fu rimosso dal suo incarico alla Banca del Reich quando si rifiutò di sostenerlo (cosa che probabilmente lo salvò al Processo di Norimberga). Ma nelle sue memorie più tarde, egli dovette riconoscere che consentire al governo di stampare la moneta di cui aveva bisogno non aveva prodotto affatto l’inflazione prevista dalla teoria economica classica. Teorizzò che essa fosse dovuta al fatto che le fattorie erano ancora inoperose e la gente senza lavoro. In questo si trovò d’accordo con John Maynard Keynes: quando le risorse per incrementare la produzione furono disponibili, aggiungere liquidità all’economia non provocò affatto l’aumento dei prezzi; provocò invece la crescita di beni e di servizi. Offerta e domanda crebbero di pari passo, lasciando i prezzi inalterati.


1 - Matt Koehl, "The Good Society?", www.rense.com (13 gennaio 2005); Stephen Zarlenga, The Lost Science of Money (Valatie, New York: American Monetary Institute, 2002), pagine 590-600.

2 - John Weitz, Hitler's Banker (Inghilterra: Warner Books, 1999).

3 - S. Zarlenga, op. cit.

4 - Henry Makow, "Hitler Did Not Want War," www.savethemales.com (21 marzo 2004).

5 - Henry C. K. Liu, "Nazism and the German Economic Miracle," Asia Times (24 maggio 2005).

6 - Stephen Zarlenga, "'s 1923 Hyperinflation: A 'Private' Affair," Barnes Review (Luglio-Agosto 1999); David Kidd, "How Money Is Created in ," http://dkd.net/davekidd/politics/money.html (2001).
7 - Stephen Zarlenga, "'s 1923 Hyperinflation", op. cit.

Repressione della Libertà d'espressione:Comunicato di Terra Santa Libera sul servizio di Rai News 24 sull'"antisemitismo"





Redazionale di TerraSantaLibera.org - 18 maggio 2010 - Il nostro Logo/banner è stato più volte associato, in un volgare fotomontaggio, a siti di fanatismo delirante, neonazisti o negazionisti, per screditare la seria opera di molti volontari del web che si oppongono a falsità e ingiustizie (e a chi le avvalla con tali manipolazioni audiovisive, ricevendo come compenso centinaia di migliaia di euro annuii), per creare una falsa immagine in chi non conosce il nostro lavoro di cronaca, informazione e controinformazione, necessario per colmare, in uno Stato di Diritto Democratico, lacune gravissime nell'informazione di massa, purtroppo in mano a persuasori che agiscono per potenze straniere, pagati con i soldi dei contribuenti italiani.

Bisognerà ricordare a questi signori e signore (ed i nostri legali si stanno muovendo in tal senso), i quali con questa trovata pubblicitaria hanno trovato la gallina dalle uova d'oro (tanto il parlamentare acrobata di turno, in obbligo per essere da loro stato sdoganato dal limbo politico nel quale si trovava, lo trovano sempre per mettere una firma e stanziare fondi) , che l'Italia e il Mondo non sono ancora sotto il loro completo controllo, nonostante si stiano dando un gran da fare in tal senso, e che fare di tutta l'erba un fascio non basta a creare condizioni antidemocratiche e liberticide, che in Italia ancora non ci sono.

E ci batteremo affinchè non ci siano neppure per il futuro.

La loro è solo opera di disturbo, perchè sanno bene che neppure a livello internazionale riusciranno a far accettare una legislazione estremamente liberticida come quella che vorrebbero. A parte in Israele ovviamente.



"Perché i cittadini italiani devono pagare una ricerca il cui scopo è di difendere l'immagine di una potenza straniera ? (Israele) e di una organizzazione politica straniera (il sionismo)? Non crediamo che vi sia in Israele un'organizzazione che faccia altrettanto nei riguardi dell'Italia, della religione cattolica o di qualche movimento politico italiano "perseguitato".

Inoltre la valutazione di questo fenomeno online viene dato ad un istituto di parte e non certo imparziale.

Su quali principi e parametri poi vengono valutati i siti? Non certo sui i principi della Costituzione Italiana o dei Diritti dell'uomo che difendono la libertà di espressione e di critica.

In periodo di crisi economica, è poi necessario sperperare fondi pubblici, soldi di tasse dagli italiani, alla faccia di tutte le esigenze primarie del paese, per finanziare chi non produce assolutamente nulla, a parte proposte liberticide e antidemocratiche? Con una diversa legge elettorale, dove i candidati al Parlamento li potessero eleggere i cittadini, certe persone non siederebbero nè in Parlamento, nè al Governo, non mangerebbero alle spalle dei cittadini, non si potrebbero permettere di fare politica per Israele, a spese nostre".

(lettera ricevuta da un lettore di TerraSantaLibera.org del 14/5/2010)

lunedì 17 maggio 2010

Bangkok, guerra civile: morto leader dei ribelli, è scaduto l'ultimatum


http://www.ilgiornale.it/esteri/bangkok_guerra_civile_morto_leader_ribelli_ferito_fotografo_italiano/cronaca-thailandia-bangkok-scontri-camicie_rosse-f

I morti saliti a 35. C'è anche il leader delle camicie rosse. Coinvolto un giornalista italiano: colpito di striscio alla schiena. Il premier Abhisit Vejjajiva: "Le operazioni di riconquista della capitale continueranno"
Bankok - Continua la protesta in Thailandia nonostante si ascaduto l'ultimatum lanciato dal governo. I morti negli scontri degli ultimi tre giorni tra esercito e ribelli sono saliti a 35. Tra questi anche il leader delle camicie rosse. Anche un giornalista italiano è rimasto coinvolto: colpito di striscio alla schiena, sarà dimesso dall'ospedale in un paio di giorni. Ed il primo ministro Abhisit Vejjajiva ha già annunciato che le operazioni di riconquista della capitale continueranno.

Ultimatum scaduto Sarebbero almeno 5mila le camicie rosse ancora asserragliate nel presidio nel quartiere finanziario di Bangkok nonostante l’ultimatum dato ai dimostranti perché lascino il presidio sia già scaduto. "Ci sono ancora 5mila dimostranti a Ratchaprasong (il presidio delle camicie rosse, ndr), e la situazione è calma", ha detto il portavoce della polizia Prawut Thavornsir precisando che almeno 400 tra anziani e bambini hanno trovato rifugio in un tempio buddista situato all’interno della "zona rossa" presidiata dai manifestanti.

La Thailandia nel caos Con il montare della tensione si sono moltiplicati i warning che sconsigliano i turisti dal viaggiare in Thailandia e, dopo la chiusura dell'ambasciata, l'amministrazione Usa ha disposto il rientro in patria di parte del personale diplomatico. Dopo una notte sostanzialmente calma, già dalla prima mattina sono scoppiate sporadiche sparatorie negli stessi punti dove più intense erano state le violenze di ieri: gli incroci di Din Daeng e Bon Kai, rispettivamente a nord e a sud-est del bivacco dei sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra. E' lì che vengono ripetutamente a contatto manifestanti in arrivo da fuori - oltre un migliaio a Bon Kai - e i militari che da ieri hanno creato un cordone di sicurezza intorno alla "città rossa nella città", isolando l'accampamento e quindi chiudendogli i rifornimenti, già segnalati come scarsi.

Il fotoreporter ferito Il fotoreporter italiano è stato ferito di striscio e dovrebbe essere dimesso dall'ospedale in cui è stato ricoverato entro un paio di giorni. Il ferimento è avvenuto ieri a Rama IV, l'intersezione nei pressi del presidio delle camicie rosse teatro di violenti scontri tra dimostranti e forze di sicurezza. L'italiano è stato colpito nella parte bassa della schiena.

Morto il leader delle camicie rosse Secondo quanto riportato all'Afp da un portavoce dell'ospedale a Bangkok, questa mattina è morto l'ex generale delle camicie rosse. Il leader 58enne era stato ricoverato privo di coscienza, tra la vita e la morte, il 13 maggio scorso, dopo essere stato colpito in testa da un proiettile sparato da un cecchino mentre partecipava ad una manifestazione delle camicie rosse, di cui era uno dei leader più estremisti. Intanto è salito a 35 il bilancio delle vittime degli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti a Bangkok.

Ma veramente l'acqua in bottiglia è migliore di quella del rubinetto?


In qualsiasi dittatura,o dittatura mascherata da "democrazia" la propoganda gioca un ruolo fondamentale,se non primario,chi sta VERAMENTE al trono del potere può "costrigere" sotto forma di "saggio consiglio" a scegliere determinate cose al posto di altre,creando una dipendenza da parte della "massa asservita" nonchè una soggezzione e un senso di confusione(es questo prodotto l'ho compravo sempre e andava ma ho sentito gli "esperti" che dicono che non serve più e che è stato fatto un'altro prodotto con stesse funzioni che và meglio e se lo dicono gli esperti,noi non possiamo contestare nulla,loro hanno sempre ragione).Ciò è accaduto con tantissimi prodotti di mercato e beni di necessità,(ad es il telefono cellulare con la fotocamera e che si apre e si chiude al posto di quello che fa "solo le chiamate")tra cui L'ACQUA.Essa è sempre stata giustamente considerata di estrema importanza e necessità da l'uomo(tra l'altro anche noi siamo costituiti al 70% di acqua)e sappiamo bene che se manca l'acqua,possiamo tranquillamente dire addio alla vita.C'è da considerare che in questo tempo di "libertà e solidarietà" 1 milione di uomini,donne e bambini sono senz'acqua e nel mondo è in corso la totale "privatizzazione" di questo bene ,in poche parole NON CONTENTI DI AVERCI TOLTO DIRITTI E LIBERTà ORA CI STANNO TOGLIENDO PURE L'ACQUA!con ciò naturalmente sarà più facile far toranra nella "retta via" chi si oppone alla "centrallizazzione" del potere assoluto(costruito sul modello dell'Unione Sovietica).Tornando all'acqua,ci hanno propagandato per anni che con la bottiglia essa era più sicura,buona e di "qualità" e che dal rubinetto era sporca,cattiva e "mediocre"e inquinata.Innanzitutto c'è da dire che è vero che molta acqua è inquinata ,ma questo perchè?L'inquinamento causato dall'industria di PLASTICA dice qualcosa!?e la bottiglia d'acqua da cosa è fatta!Plastica,ovvio.L'industria si arrichisce sempre di più quando noi compriamo "acqua in bottiglia di plastica" ,e inoltre il petrolio per fare la plastica vi dice niente!?In poche parole per far arrivare a noi "consumisti" la bottiglietta di acqua ci vogliono giorni e giorni,mentre noi (se è una bottiglieta)in 2 minuti l'abbiamo già finita!Comprando e comprando bottiglie di plastica stiamo arrichendo sempre di più le multinazionali e le industrie "di plastica" e i loro padroni,mentre l'acqua in realtà noi c'è l'abbiamo gratis,più buona,di miglior qualità,rispetto a quella imbottigliatta(tranne quando l'acqua è inquinata,ma questi sono altro discorsi).Poi ci sarebbe da dire sull'uso del fluoruro nell'acqua che tra l'altro causa "Perdita o meglio diminuizione dell'intelligenza" e servilismo,e ci sarebbe da dire molto di più.




Vi posto una campagna informativa intitolata Perché no alle bottiglie di plastica da Eco Progetti:


Il PET, il materiale più diffuso per l’imbottigliamento provoca grave inquinamento sia in fase di produzione che in fase di
smaltimento.
1. in fase di produzione un kg di PET (25 bottiglie da 1,5 litri) consuma 2 kg di petrolio e 17.5 litri d’acqua. Per contenere
alfine 37.5 litri d’acqua, ne abbiamo consumati la metà! Rilascia nell’atmosfera:
- 40 gr. di idrocarburi;
- 25 gr. di ossidi di zolfo;
- 20 gr. di ossidi di azoto;
- 18 gr. di monossido di carbonio;
- 2,3 kg. di anidride carbonica, gas responsabile dell’effetto serra. (Paul Mc Rande, The green guide, in State of the world
2004, Edizioni Ambiente, Milano 2004, pagg. 136-137)
2. Per trasportare 15 tonnellate, che corrispondono a 10.000 bottiglie d’acqua da 1,5 litri, un camion in perfetta efficienza
consuma 1 litro di gasolio ogni 4 km (25 litri ogni 100 km). Ipotizzando una percorrenza media di 1.000 km, tra andata e
ritorno (l’acqua altissima e purissima che va dall’Alto Adige alla Sicilia ne percorre molti di più), il consumo di gasolio
ammonta a 250 litri, ovvero 250.000 cm3 che, divisi per 10.000 bottiglie corrispondono a 25 cm3 di gasolio per bottiglia.
Moltiplicando 25 cm3 per 200 si deduce che il consumo giornaliero pro-capite di 1 litro di acqua in bottiglia comporta
un consumo di 5 litri di gasolio all’anno. A questi 5 litri di gasolio vanno aggiunti:
- i consumi di petrolio per produrre le bottiglie di plastica (8 kg per 200 bottiglie);
- i consumi di gasolio dei camion che trasportano le bottiglie di plastica vuote dalla fabbrica che le produce all’azienda
che imbottiglia l’acqua e dei camion della nettezza urbana che le trasportano dai cassonetti agli impianti di smaltimento;
- i consumi di benzina degli acquirenti nei tragitti casa – supermercato - casa e casa – cassonetti - casa.
Ipotizziamo quindi che il consumo annuo totale di combustibili fossili pro-capite di una persona che compri l’acqua in
bottiglie di plastica sia di almeno di 8 litri di gasolio/benzina oltre gli 8 kg di petrolio.
Una famiglia di quattro persone spende quindi ogni anno da 320 a 720 euro e fa bruciare almeno 32 litri di
combustibili fossili per bere acqua in bottiglie di plastica invece dell’acqua potabile che sgorga dal rubinetto di casa.
Evidentemente pensa di ottenere vantaggi superiori ai costi economici che sostiene e ai danni ecologici che genera. Dal
punto di vista chimico e batteriologico questi vantaggi non ci sono. Dal punto di vista organolettico possono esserci se
l’acqua distribuita dall’acquedotto è troppo clorata. Ma per toglierle il sapore del cloro è sufficiente utilizzare appositi filtri
che con un costo molto minore, senza fatica né perdite di tempo consentono di eliminarlo. (Fonte WWF)
3. a questi dati vanno aggiunti quelli derivanti dallo smaltimento. Nella sola Lombardia, vengono portate in discarica e
incenerite 150.000 tonnellate di bottiglie in PET all’anno, con un costo per la collettività di 25 milioni di euro; l’inquinamento
a questo punto è incalcolabile;
4. mezz’ora di esposizione al sole di una bottiglia di plastica fa rilasciare nell’acqua che contiene sostanze pericolose;
5. si autorizza il depauperamento delle fonti; per ogni litro imbottigliato se ne perdono altri 3 in fase di prelievo (11 miliardi di l.
consumati all’anno in Italia, oltre 30 miliardi di l. persi);
6. alla domanda “come fa l’acqua a rimanere stagnante in bottiglia per mesi e a non imputridire?”, operatori del settore
sostengono ci sia aggiunta di antibiotici, ma non si troverà conferma dalle ditte imbottigliatrici;
7. tranne in casi di particolari patologie, per le quali possono essere raccomandate precise acque minerali, la comune acqua
di acquedotto è perfettamente idonea all’uso; vari test di laboratorio hanno dimostrato che non esiste superiorità dell’acqua
in bottiglia rispetto a quella dell’acquedotto, semmai, spesso, il contrario (“Qualcuno vuol darcela a bere”, Giuseppe
Altamore);
8. i costi che si sostengono per l’acquisto vanno per quasi il 100% per pagare gli imballaggi, i trasporti e la pubblicità; l’acqua
contenuta nella singola bottiglia costa ai produttori in realtà meno della colla per l’etichetta;
9. anche le grandi marche occupano pochissimi operai (la Rocchetta occupa 48 dipendenti, dati 2005) e pagano cifre ridicole
per le concessioni; secondo «Guida al consumo critico», EMI edizioni, la Nestlè (San Pellegrino, Levissima, Panna, S.
Bernardo, Pejo, Boario) in Veneto sostiene la ragguardevole cifra di 3.625,10 euro all’anno per le sue estrazioni, mentre la
S. Benedetto (gruppo Danone) 555,16 euro all’anno, per un anno intero di estrazioni; a nostro carico lo smaltimento delle
bottiglie;
10. grazie agli ingenti investimenti pubblicitari (ca. 300 milioni di euro l’anno), impediscono di fatto una corretta informazione
sullo stato dell’acqua e le relative normative, minacciando le voci fuori dal coro di non investire più sui loro giornali, riviste,
televisioni commerciali, come sperimentato dal Dott. Giuseppe Altamore, vice caporedattore di Famiglia Cristiana e
documentato nel suo libro “Qualcuno vuol darcela a bere”.

All’origine della scrittura - I cavernicoli sapevano leggere


Di Stefano Serafini
http://www.effedieffe.com/component/option,com_myblog/show,All-origine-della-scrittura-I-cavernicoli-sapevano-leggere.html/Itemid,0/


26 simboli, che si ritrovano uguali nelle grotte di Lascuax (25 mila anni fa) e in siti dell'Australia. Sermonti li ha interpretati come simboli astrologici, che poi avrebbero dato origine alla scrittuta.

La rivista New Scientist, «Il codice dell’età della pietra. Come non ci eravamo accorti dell’origine della scrittura», 20 febbraio 2010, ha recentemente dedicato la propria copertina a una rivoluzionaria scoperta: i dipinti sulle pareti delle grotte preistoriche erano accompagnati da un codice ricorrente di segni, 25.000 anni prima delle più antiche testimonianze alfabetiche. Le due implicazioni più immediate degli studi di Jean Clottes, già direttore delle ricerche a Chauvet, e
del grande database di petroglifi francesi datati tra i 35.000 e i 10.000 anni da oggi, realizzato da Genevieve von Petzinger e April Nowell dell’Università di Victoria (Canada), sono formidabili.

Innanzitutto, l’esistenza di una codificazione astratta nel Paleolitico superiore (i segni hanno tra i 13.000 e i 30.000 anni), tradizionalmente ritenuto «muto» se non per i grandi affreschi a soggetto animale come Altamira o Lascaux, o per incisioni anamorfiche (calendariali?) su manufatti. Ma poi la sbalorditiva diffusione del medesimo insieme di segni in tutto il mondo, che ad alcuni, come al professor Iain Davidson dell’Università del New England, fa pensare all’improvvisa «emersione», circa 40.000 anni fa, di una trasformazione cognitiva strutturale nella razza umana.

Più che a una scoperta - come spesso avviene nella scienza - siamo di fronte a una riscoperta. Le studiose che hanno confrontato i 26-29 segni ricorrenti sulle pareti di antiche grotte australiane, asiatiche, europee, americane ed africane, ammettono che l’attenzione verso le grandiose pitture a soggetto animale e venatorio avrebbe «distratto» i ricercatori precedenti dal riconoscere l’importanza dei piccoli e costanti segni che le accompagnavano.

Libri:La crisi economica mondiale, la Grande Depressione del XXI secolo. Prefazione Michel Chossudovsky da Gavin e Andrew Marshall


http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=19025
Il testo che segue è la prefazione del Global Economic Crisis. La Grande Depressione del XXI secolo , Michel Chossudovsky e Andrew Gavin Marshall (Editors), Montreal, Global Research, 2010, che sarà lanciato alla fine di maggio.

Titolo originale:The Global Economic Crisis, The Great Depression of the XXI Century.
Preface

by Michel Chossudovsky and Andrew Gavin Marshall

Ciascuno degli autori in questa raccolta tempestiva scavi sotto la superficie dorata a rivelare una complessa rete di inganni e di distorsione dei media che serve a nascondere il funzionamento del sistema economico globale e il suo impatto devastante sulle vite di persone.

Il complesso di cause e le conseguenze devastanti della crisi economica sono esaminate con cura con i contributi di Ellen Brown, Tom Burghardt, Michel Chossudovsky, Richard C. Cook, Shamus Cooke, John Bellamy Foster, Michael Hudson, Tanya Cariina Hsu, Fred Magdoff, Gavin Andrew Marshall, James Petras, Peter Phillips, Peter Dale Scott, Bill Van Auken, Claudia von Werlhof e Mike Whitney.

Nonostante la diversità dei punti di vista e prospettive presentate in questo volume, tutti i contribuenti in ultima analisi, giunta alla stessa conclusione: l'umanità è a un bivio della grave crisi economica e sociale più nella storia moderna.

Per i dettagli sul libro clicca qui. Il libro può essere ordinato direttamente da Global Research


La crisi economica globale. La Grande Depressione del XXI secolo

Michel Chossudovsky e Marshall Andrew Gavin (Redazione)


Montreal, Editori ricerca globale. Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione (CRG), 2010.

ISBN 978-0-9737147-3-9 (416 pagine)

PREFAZIONE

In tutte le principali regioni del mondo, la recessione economica è profonda, con conseguente disoccupazione di massa, il crollo di programmi sociali dello stato e l'impoverimento di milioni di persone. La crisi economica è accompagnata da un processo di militarizzazione in tutto il mondo, una "guerra senza confini" guidata dagli Stati Uniti d'America ei suoi alleati della NATO. La condotta del Pentagono "lunga guerra" è intimamente legata alla ristrutturazione dell'economia globale.

Noi non siamo di fronte ad un crisi economica definita in modo restrittivo o di recessione. L'architettura finanziaria globale, sostiene gli obiettivi di sicurezza nazionale e strategico. A sua volta, il militare della NATO agenda ci serve a sostenere una élite business potente che inesorabilmente passare in secondo piano e mina le funzioni del governo civile.

Questo libro accompagna il lettore attraverso i corridoi della Federal Reserve e il Council on Foreign Relations, a porte chiuse presso la Banca dei Regolamenti Internazionali, in sale di rappresentanza aziendale peluche di Wall Street, dove raggiunge operazioni finanziarie, fino ad ora sono condotti sistematicamente dai terminali di computer collegati fino a principali mercati azionari, al tocco di un pulsante del mouse.

Ciascuno degli autori di questa raccolta scava sotto la superficie dorata a rivelare una complessa rete di inganni e di distorsione dei media che serve a nascondere il funzionamento del sistema economico globale e il suo impatto devastante sulle vite di persone. La nostra analisi si concentra sul ruolo di potenti soggetti economici e politici in un ambiente battuto dalla corruzione, manipolazione finanziaria e le frodi.

Nonostante la diversità dei punti di vista e prospettive presentate in questo volume, tutti i contribuenti in ultima analisi, giunta alla stessa conclusione: l'umanità è a un bivio della grave crisi economica e sociale più nella storia moderna.

Il tracollo dei mercati finanziari nel 2008-2009 è stato il risultato di frode istituzionalizzata e manipolazione finanziaria. Il "salvataggio bancario" sono state attuate secondo le istruzioni di Wall Street, portando alla più grande trasferimento di ricchezza denaro nella storia, allo stesso tempo la creazione di un debito pubblico insormontabile.

Con il deterioramento del tenore di vita a livello mondiale e crollo dei consumi, l'intera struttura del commercio internazionale di prodotto è potenzialmente a rischio. Il sistema dei pagamenti delle transazioni di denaro è in disordine. Dopo il crollo del lavoro, il pagamento dei salari è perturbato, che a sua volta innesca una caduta delle spese per i beni di consumo e servizi necessari. Questo tuffo drammatica del potere d'acquisto ritorni di fiamma sul sistema produttivo, causando una serie di licenziamenti, chiusure di stabilimenti e di fallimenti. Esacerbata dal congelamento del credito, il calo della domanda dei consumatori contribuisce alla smobilitazione dei materiali e risorse umane.

Questo processo di declino economico è cumulativo. Tutte le categorie della forza lavoro sono interessati. I pagamenti dei salari non sono più applicate, il credito viene interrotto e gli investimenti di capitale sono a un punto morto. Nel frattempo, nei paesi occidentali, la "rete di sicurezza sociale" ereditata dal welfare state, che protegge i disoccupati durante una recessione economica, è anche in pericolo.

Il mito di ripresa economica

L'esistenza di un "Grande Depressione" sulla scala del 1930, mentre spesso riconosciuto, è oscurato da un consenso inflessibile: "L'economia è sulla strada della ripresa".

Mentre si parla di un rinnovamento economico, Wall Street commentatori hanno costantemente e deliberatamente trascurato il fatto che il crollo finanziario non è semplicemente composto da una bolla - la bolla immobiliare immobiliare - che è già scoppiata. Di fatto, la crisi ha molte bolle, tutti nani lo scoppio della bolla abitativa del 2008.

Sebbene non ci sia disaccordo tra gli analisti fondamentali mainstream in merito alla presenza di una ripresa economica, non vi è dibattito acceso da quando si verificherà, se nel trimestre successivo, o nel terzo trimestre del prossimo anno, ecc Già nei primi mesi del 2010, il "recupero" dell'economia degli Stati Uniti era stato previsto e confermato attraverso una formulazione sbarramento cura di disinformazione dei media. Nel frattempo, la situazione sociale di un aumento della disoccupazione in America è stata scrupolosamente mimetizzati. Gli economisti vista fallimento come un fenomeno microeconomico.

I rapporti dei media sui fallimenti, mentre rivelando a livello di realtà locali che interessano uno o più stabilimenti, non riescono a fornire un quadro generale di ciò che sta accadendo a livello nazionale e internazionale. Quando tutte queste chiusure di impianti simultanea nelle città attraverso la terra si sommano, un quadro molto diverso emerge: interi settori dell'economia nazionale stanno chiudendo.

L'opinione pubblica continua ad essere indotto in errore circa le cause e le conseguenze della crisi economica, per non parlare delle soluzioni politiche. Le persone sono portato a credere che l'economia ha una sua logica che dipende dal libero gioco delle forze di mercato, e che potenti soggetti finanziari, che tirano i fili nei consigli d'amministrazione delle imprese, non poteva in nessun caso, si sono volontariamente influenzato la corso degli eventi economici.

L'appropriazione fraudolenta e implacabile della ricchezza è accolto come parte integrante del "sogno americano", come mezzo per diffondere i benefici della crescita economica. Come trasmessa da Michael Hudson, il mito diventa radicata che "senza la ricchezza in alto, non ci sarebbe niente di trickle down". Tale logica errata del ciclo di passare in secondo piano l'impresa una comprensione della storia e origini strutturali della crisi economica globale.

Frodi finanziarie

Media disinformazione serve in gran parte gli interessi di una manciata di banche globali e speculatori istituzionali che utilizzano il loro comando su mercati finanziari e delle materie prime di accumulare grandi quantità di ricchezza soldi. I corridoi dello stato sono controllati dallo stabilimento aziendale compresi gli speculatori. Nel frattempo, i "salvataggi bancari", ha presentato al pubblico come un requisito essenziale per la ripresa economica, hanno facilitato e legittimato un ulteriore processo di appropriazione di ricchezza.

ingenti somme di denaro ricchezza sono acquisite attraverso la manipolazione del mercato. Spesso denominato "deregulation", l'apparato finanziario ha messo a punto sofisticati strumenti di manipolazione a titolo definitivo e l'inganno. Con informazioni privilegiate e la prescienza, i principali operatori finanziari, utilizzando gli strumenti del commercio speculativo, hanno la capacità di violino e movimenti del mercato impianto di perforazione a loro vantaggio, precipitato il crollo di un concorrente e il caos relitto nelle economie dei paesi in via di sviluppo. Questi strumenti di manipolazione sono diventati parte integrante dell'architettura finanziaria, sono integrati nel sistema.

Il fallimento di Economia Mainstream

La professione economica, in particolare nelle università, affronta di rado la reale "mondo reale" il funzionamento dei mercati. Costrutti teorici centrata su modelli matematici servono per rappresentare un astratto, mondo fittizio in cui gli individui sono uguali. Non c'è distinzione teorica tra lavoratori, consumatori o aziende, i quali sono indicati come "singoli operatori". Nessun singolo individuo ha il potere o la capacità di influenzare il mercato, né vi può essere alcun conflitto tra operai e capitalisti all'interno di questo mondo astratto.

Omettendo di esaminare l'interazione di potenti soggetti economici nella "vita reale" dell'economia, i processi di aggiotaggio, manipolazione finanziaria e le frodi sono trascurati. La concentrazione e la centralizzazione del processo decisionale economico, il ruolo delle élite finanziarie, la pensa economico cisterne, i consigli di amministrazione aziendale: nessuno di questi temi sono esaminati in 'economia programmi delle università della. Il costrutto teorico è disfunzionale, non può essere utilizzato per fornire una comprensione della crisi economica.

La scienza economica è una costruzione ideologica che serve a camuffare e giustificare il Nuovo Ordine Mondiale. Un insieme di postulati dogmatici serve a sostenere il capitalismo del libero mercato, negando l'esistenza di disuguaglianze sociali e la natura profit-driven del sistema è negato. Il ruolo di potenti soggetti economici e di come questi soggetti siano in grado di influenzare il funzionamento dei mercati finanziari e delle materie prime non è una fonte di preoccupazione per i teorici della disciplina. I poteri di manipolazione del mercato che servono ad appropriarsi di ingenti capitali ricchezza sono raramente affrontato. E quando sono riconosciuti, sono considerati come appartenenti al regno della sociologia o scienze politiche.

Ciò significa che la politica e il quadro istituzionale alla base di questo sistema economico globale, che è stata modellata nel corso degli ultimi trenta anni, è raramente analizzato dagli economisti mainstream. Ne consegue che l'economia come disciplina, con alcune eccezioni, non ha fornito l'analisi necessaria per comprendere la crisi economica. Infatti, il suo libero mercato principale postula negare l'esistenza di una crisi. Il fulcro dell'economia neoclassica è in equilibrio, disequilibrio e di "correzione del mercato" o "rettifica" attraverso il meccanismo di mercato, come un mezzo per mettere l'economia indietro "sul sentiero di crescita sostenuta-sé".

Povertà e diseguaglianza sociale

La politica economia globale è un sistema che arricchisce pochissimi a scapito della stragrande maggioranza. La crisi economica globale ha contribuito ad allargare le diseguaglianze sociali all'interno e tra i paesi. Sotto il capitalismo globale, la povertà di montaggio non è il risultato di una scarsità o la mancanza di risorse umane e materiali. Tutto il contrario è vero: la depressione economica è caratterizzata da un processo di disimpegno delle risorse umane e capitale fisico. la vita delle persone sono distrutte. La crisi economica è profonda.

Le strutture della disuguaglianza sociale hanno, volutamente, è stato rinforzato, causando non solo un processo generalizzato di impoverimento, ma anche per la scomparsa della borghesia medio e le fasce di reddito medio.

classe consumismo Oriente, su quale modello capitalistico di sviluppo basato su questo indisciplinato, è anche minacciata. Fallimenti hanno colpito alcuni dei settori più vivaci dell'economia consumatore. I ceti medi in Occidente hanno, per diversi decenni, subito l'erosione della loro ricchezza materiale. Mentre la classe media esiste in teoria, è una classe costruita e sostenuta dal debito delle famiglie.

I ricchi, piuttosto che la classe media stanno rapidamente diventando la classe di consumo, che porta alla crescita inarrestabile dei prodotti dell'economia di lusso. Inoltre, con l'essiccazione dei mercati classe media per i prodotti fabbricati, un passaggio decisivo e centrale nella struttura della crescita economica si è verificato. Con la scomparsa dell'economia civile, lo sviluppo dell'economia di guerra l'America, sostenuto da un trilione di dollari di difesa nei pressi di bilancio enorme, ha raggiunto nuove altezze. Come caduta dei mercati azionari e la recessione si svolge, le armi industrie di punta, la National Security imprenditori e militari e l'emergente società di mercenari up (tra gli altri) hanno registrato un boom di crescita e fiorente delle loro diverse attività.

La guerra e la crisi economica

La guerra è indissolubilmente legata alla impoverimento della gente a casa e in tutto il mondo. Militarizzazione e la crisi economica sono intimamente connessi. La fornitura di beni e servizi essenziali per soddisfare i bisogni umani fondamentali è stato sostituito da un profitto "macchina per uccidere" a sostegno della America's "Guerra globale al terrore". I poveri sono fatto per combattere i poveri. Eppure, arricchisce la guerra di classe superiore, che controlla l'industria, i militari, il petrolio e le banche. In una economia di guerra, la morte è buono per gli affari, la povertà è un bene per la società, e il potere è un bene per la politica. nazioni occidentali, soprattutto gli Stati Uniti, spendono centinaia di miliardi di dollari l'anno per l'omicidio di persone innocenti in paesi lontani, i paesi poveri, mentre la gente a casa soffrono le disparità di povertà, di classe, di genere e razziali.

Un puro e semplice "guerra economica", con conseguente disoccupazione, della povertà e della malattia viene effettuata attraverso il libero mercato. la vita delle persone sono in caduta libera e il loro potere d'acquisto è distrutta. In un senso molto reale, venti anni di mondiale "libera economia di mercato", l'ultimo hanno portato, attraverso la povertà e la miseria sociale, nella vita di milioni di persone.

Piuttosto che affrontare uno sociale catastrofe imminente, i governi occidentali, che servono gli interessi delle élite economiche, hanno installato una "polizia di stato Grande Fratello, con il mandato di affrontare e reprimere tutte le forme di opposizione e il dissenso sociale.

La crisi economica e sociale non ha affatto raggiunto il suo culmine e interi paesi, tra cui Grecia e Islanda, sono a rischio. Basta guardare l'escalation del Medio Oriente dell'Asia centrale la guerra e la NATO minacce USA alla Cina, la Russia e l'Iran a testimoniare come la guerra e l'economia sono intimamente connessi.

La nostra analisi in questo libro

I collaboratori di questo libro rivelano la complessità del sistema bancario globale e il suo rapporto insidioso per il complesso militare industriale ed i conglomerati petroliferi. Il libro presenta un E-disciplinare e multi-sfaccettato l'altro approccio, ma anche di trasmettere la comprensione delle dimensioni storiche e istituzionali. Le complesse relazioni della crisi economica alla guerra, l'impero e la povertà in tutto il mondo sono evidenziati. Questa crisi ha una portata globale e le ripercussioni che veramente riverberano in tutta tutte le nazioni, in tutte le società.

Nella parte I, le cause globale della crisi economica globale, così come i fallimenti di economia mainstream sono esposte. Michel Chossudovsky è incentrato sulla storia della deregolamentazione finanziaria e la speculazione. Tanya Cariina Hsu analizza il ruolo dell'impero americano e il suo rapporto con la crisi economica. John Bellamy Foster e Fred Magdoff ad una revisione globale della politica economica della crisi, spiegando il ruolo centrale della politica monetaria. James Petras e Claudia von Werlhof forniscono una rassegna dettagliata e critica del neoliberismo, con particolare attenzione gli aspetti economici, sociali e ripercussioni politiche del "libero mercato" riforme. Shamus Cooke esamina il ruolo centrale del debito, sia pubblico che privato.

Parte II, che comprende i capitoli da Michel Chossudovsky e Peter Phillips, analizza la marea montante della povertà e della disuguaglianza sociale risultante dalla Grande Depressione.

Con contributi di Michel Chossudovsky, Peter Dale Scott, Michael Hudson, Bill Van Auken, Tom Burghardt e Andrew Gavin Marshall, Parte III esamina la relazione tra la crisi economica, la sicurezza nazionale, la NATO e gli USA hanno portato la guerra e il governo mondiale. In questo contesto, come trasmessa da Peter Dale Scott, la crisi economica crea le condizioni sociali che favoriscono la instatement della legge marziale.

L'attenzione nella parte IV si trova sul sistema monetario globale, la sua evoluzione e il suo ruolo in evoluzione. Andrew Gavin Marshall esamina la storia della banca centrale, nonché diverse iniziative per creare sistemi di valuta globale e regionale. Ellen Brown si concentra sulla creazione di una banca centrale globale e su scala mondiale attraverso la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI). C. Richard Cook esamina il sistema monetario basato sul debito come un sistema di controllo e fornisce un quadro per democratizzare il sistema monetario.

Parte V si concentra sul lavoro del sistema bancario ombra, che ha scatenato il 2008 tracollo dei mercati finanziari. I capitoli da Mike Whitney ed Ellen Brown descrivono in dettaglio come il sistema Ponzi di Wall Street è stata usata per manipolare il mercato e il trasferimento di miliardi di dollari nelle tasche del bankster.

Siamo in debito con gli autori per la loro ricerca attentamente documentati, l'analisi incisiva e, soprattutto, per il loro impegno intransigente per la verità: Tom Burghardt, Ellen Brown, Richard C. Cook, Shamus Cooke, John Bellamy Foster, Michael Hudson, Tanya Cariina Hsu, Fred Magdoff, James Petras, Peter Phillips, Peter Dale Scott, Mike Whitney, Bill Van Auken e Claudia von Werlhof, hanno fornito, con la massima chiarezza, la comprensione del complesso economico, sociale e politico e diversi processi che interessano i vita di milioni di persone in tutto il mondo.

Abbiamo un debito di gratitudine con Maja Romano di Global Publishers Research, che inesorabilmente ha supervisionato e coordinato il montaggio e la produzione di questo libro, tra cui il fronte concetto pagina creativo. Vogliamo ringraziare Andrea Giuseppe per la composizione attenta del manoscritto e frontale grafica della pagina. Abbiamo anche estendere il nostro ringraziamento e apprezzamento a Isabelle Goulet, Julie Lévesque e Drew McKevitt per il loro sostegno nella revisione e copyediting del manoscritto.

Michel Chossudovsky e Marshall Andrew Gavin, Montreal e Vancouver, maggio 2010

Per maggiori dettagli sul libro clicca qui. Il libro può essere ordinato direttamente da Global Research











Nuove uscite

Data di lancio: 25 Maggio 2010

La crisi economica globale
La Grande Depressione del XXI secolo

Michel Chossudovsky e Marshall Andrew Gavin (Redazione)

Montreal, Editori ricerca globale. Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione (CRG), 2010.

ISBN 978-0-9737147-3-9 (416 pagine)

UE e NWO: l'Unità, il Movimento Federalista Europeo e l'Istituto Affari Internazionali



http://nwo-truthresearch.blogspot.com/2010/05/ue-e-nwo-lunita-il-movimento.html

UE e NWO: l'Unità, il Movimento Federalista Europeo e l'Istituto Affari Internazionali

" Il MFE ha come scopo la lotta per la creazione di un ordine politico razionale, che, secondo la visione di Kant, può essere tale solo se abbraccia l'intera umanità. Il suo obiettivo ultimo è pertanto la federazione mondiale. I suoi obiettivi intermedi sono la Federazione europea, l'unificazione federale delle altre grandi famiglie del genere umano e la trasformazione dell'ONU in un governo mondiale parziale."
Statuto del Movimento Federalista Europeo, Art.2


Circa 8-9 anni fa ero un lettore "impegnato" dell'Unità. Era l'epoca in cui la sinistra tutta era affacendata nella costruzione del nuovo demone da combattere: Silvio Berlusconi, diventato praticamente responsabile di tutte le cose che in Italia non funzionavano. Devo dire innanzi tutto che condivido la maggior parte delle critiche che si fanno a Silvio; egli è un furfante, uno che si è fatto tramite la P2 di Gelli, uno che ha usato le istituzioni come strumento per la propria impunità, uno che ha usato le televisioni per costruire consenso e profitti attraverso la veicolazione di valori consumisti e individualisti ecc.

A quei tempi mi capitava di leggere spesso l'Unità di Furio Colombo perchè mi riconoscevo, e ancora mi riconosco, in quella parte sfruttata di popolazione che appartiene alle classi subalterne. All'interno di questo giornale trovavo articoli che spiegavano molto bene l'agire truffaldino del Silvio nazionale; affianco a questi però c'erano sempre articoli che, di contrasto, quasi veneravano l'elite della sinistra "borghese"; Rutelli, Fassino, Violante, Prodi, D'Alema Veltroni ecc. ecc. stavano tutti facendo una lotta eroica contro il nuovo fascismo del piduista di Arcore. Oltre a questi trovavo anche articoli entusiastici sull'Unine Europea e la sua moneta unica.

Dalle sue colonne l'Unità ci spiegava che l'Europa ci avrebbe salvato dal nuovo fascismo di Arcore e dalle rivoluzioni padane; ci diceva che l'Europa significava prosperità e benessere; voleva farci credere che essere di sinistra vuol dire essere europeista; le uniche critiche erano quelle di non fare un'unione solo economica ma anche politica e sociale.
Prodi ci diceva che i sacrifici erano necessari per un maggiore benessere futuro. E i più ci credevano. Leggete ad esempio questo pezzo di propaganda dell'economista Paolo Leon sull'Unita del 30-12-2001, la vigilia dell'introduzione dell'Euro come banconote e monete:
In effetti, la nascita dell’Euro è un’innovazione assolutamente straordinaria, un vero miracolo economico, se pensiamo che alla nuova moneta non corrisponde la sovranità di uno Stato vero e proprio. Il successo della nuova moneta, tuttavia, è stato ottenuto, paradossalmente, proprio perché la crescita europea era legata a quella americana, e non c’era bisogno di un intervento pubblico europeo per stimolarla. Per questa ragione, e proprio perché inconsapevolmente protetti dalla crescita americana, si sono sviluppati in Europa, sentimenti poco europei, più a favore delle piccole patrie e delle identità locali, spacciati per un’imitazione del liberalismo americano (per altro ignoto ai più e citato spesso a sproposito), anche se mancavano da noi proprio le condizioni favorevoli dovute, negli Usa, al potere del dollaro. Si sono, così, formati governi in Europa che coalizzano forze nazionaliste, quando non francamente razziste. Va ad onore del centro sinsitra in Italia aver praticato una politica di sacrifici per costruire l’Euro, nonostante l’emergere di egoismi locali e di demagogie quasi peroniste, che, oggi al governo del nostro paese, esprimono una visibile freddezza nei confronti di tutto ciò che è europeo: la nostra vendetta è che l’Euro è ormai una realtà. Ora, con la crescita americana in stallo e con l’Euro che non si svaluta più, la nuova moneta ha però bisogno di una politica economica europea fondata sulla domanda interna, e non più sulle esportazioni. Può darsi che i governi europei di destra non lo capiscano, ma mi chiedo come i centristi francesi, tedeschi e olandesi possono evitare di sostenere una politica economica europea che rafforzi l’accettabilità internazionale dell’Euro e trovi l’accordo con gli Usa, due condizioni che possono sconfiggere il nuovo antieuropeismo.
Paolo Leon
Ci sono, in questo pezzo di Leon, tutti gli elementi propagandistici dell'elite dei banchieri internazionali. L'Euro, l'obiettivo egoistico dei banchieri e una truffa nei confronti della popolazione, è associato invece all'essere di sinistra, tolleranti, solidali e alternativi, mentre ciò che è un pericolo per i banchieri, il rifiuto dell'Euro, è associato al razzismo e paradossalmente all'egoismo locale: il pericolo sono le "forze nazionaliste" e subito dopo c'è l'associazione di queste forze all'intolleranza etnica con la stoccata " quando non francamente razziste", che ha un impatto molto emotivo nel popolo di sinistra. Leon prosegue: " Va ad onore del centro sinsitra in Italia aver praticato una politica di sacrifici per costruire l’Euro, nonostante l’emergere di egoismi locali e di demagogie quasi peroniste"; Sinistra buona perchè ci ha fatto fare i sacrifici per l'Euro, gli altri NO buoni perchè non vogliono l'Euro e quindi sono "egoisti" e "demagogici", un'altra parola con un bell'effetto emotivo su chi legge. Ve la sentite di sottoscrivere, a distanza di 8 anni, questa frase di Leon? Per finire il solito accenno al " nuovo antieuropeismo" con l'implicito suggerimento alla mente del vero attivista di sinistra: stai attento che se sei antieuropeista noi di sinistra ti equipariamo a Satana. Anche adesso, a distanza di 8 anni, il nostro imperterrito Leon dice che bisogna "rafforzare l’Europa per affrontare la crisi" e vuole "uno slancio verso una reale unione europea lavorando perché l’Europa diventi uno Stato"
Ricordiamo che David Rockefeller ebbe a dire nel 1991:

" il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati."
All'epoca a capo del consiglio di amministrazione dell'Unità figurava Alessandro Dalai, a capo della casa editrice Baldini & Castoldi "la casa editrice nella quale è presente con una quota del 49% la Mondadori, ovvero la società editrice del gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi." Contattato dal Corriere della Sera, però, Alessandro Dalai ha così spiegato la sua posizione: «Sono amico di Veltroni e sono stato nel consiglio di amministrazione de "l' Unità". Strani casi della vita.
Ho capito solo in seguito questa abile mistificazione e propaganda. Anche in questo caso mi trovavo di fronte alla creazione di false opposizioni. Entrambe le fazioni, destra e sinistra, sono dirette da un'elite che vuole fare solo ed esclusivamente i propri interessi, e per farli deve costruire il consenso attraverso la propaganda. Dipingere l'avversario come mostro e se stessi come immacolati fa parte di questa propaganda. Attraverso la creazione di questo falso opposto si è voluto associare l'essere di sinistra con l'essere incondizionatamente a favore dell'integrazione europea e dell'Euro. Chi non era d'accordo con l'Europa era di conseguenza un fascista, un razzista, un rozzo leghista ecc. ecc. O con NOI o CONTRO DI NOI. Costretti all'interno di questa falsa dicotomia i più non reggono e per non sentirsi dire di essere dei razzisti e salvare la propria autoimmagine, abbracciano allegramente le esternazioni di Prodi e Veltroni.
Ora, dopo anni, dopo che abbiamo scoperto sulla nostra pelle che l'Europa non ci ha salvato, ora che vediamo che la cosiddetta stabilità, il benessere e l'ampia scelta di lavoro che avremmo dovuto sperimentare erano solo pie illusioni veicolate a scopo propagandistico, al pari dei milioni di posti di lavoro promessi dal divo di Arcore, forse ci renderemo conto che questi europeisti ci hanno preso per i fondelli fin dall'inizio.
Il progetto di Unione Europea è stato sempre portato avanti da una ristretta elite al fine di accrescere sempre più il potere e la ricchezza nelle mani di pochi banchieri e burocrati non eletti. Per meglio individuare i gruppi che, dietro le quinte, hanno voluto e sostenuto l'Unione Europea oggi parliamo di due potenti think tank: il Movimento Federalista Europeo (MFE) e l'Istituto di Affari Internazionali (IAI).
Il MFE e l' IAI sono stati fondati da Altiero Spinelli, un membro del gruppo Bilderberg. Questi serbatoi di pensiero si battono per la creazione di un Nuovo Ordine Mondiale e vedono l'Unione Europea come tappa intermedia per arrivare a costruire un Governo Mondiale sutto l'egida delle Nazioni Unite.
Da Wikipedia leggiamo di Altiero Spinelli:

" Altiero Spinelli (Roma, 31 agosto 1907 – Roma, 23 maggio 1986) è stato un politico e scrittore italiano, sovente citato come padre fondatore dell'Europa per la sua influenza sull'integrazione europea post-bellica.Fondatore nel 1943 del Movimento Federalista Europeo, poi co-fondatore dell'Unione Europea dei Federalisti, membro della Commissione Europea dal 1970 al 1976, poi del Parlamento italiano (1976) e quindi del primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale nel 1979. Fu promotore di un progetto di trattato istitutivo di un'Unione Europea con marcate caratteristiche federali che venne adottato dal Parlamento europeo nel 1984. Questo progetto influenzò in maniera significativa il primo tentativo di profonda revisione dei trattati istitutivi della Cee e dell'Euratom, l'Atto unico europeo. Fu membro del parlamento europeo per dieci anni e rimase uno degli attori politici principali sulla scena europea attraverso il Crocodile Club, da lui fondato e animato nel 1981."
Spinelli è un "anomalo socialista-tecnocrate votato a un europeismo oligarchico" facente parte della schiera dei comunisti-borghesi. Nel 1941 Spinelli scrisse assieme all'azionista Ernesto Rossi il "Manifesto di Ventotene" nel quale teorizzò una federazione europea:
Dopo la lettura di due articoli scritti nel 1918 da Luigi Einaudi (un economista che era stato professore di Rossi) che predicevano che la Lega delle Nazioni non avrebbe evitata un’altra guerra europea e che proponevano una federazione europea, Spinelli e Rossi studiarono le opere degli autori federalisti britannici contemporanei e scrissero il Manifesto di Ventotene al fine di avviare un movimento per promuovere una federazione europea.


Istituto di affari internazionali

l'Istituto Affari Internazionali fu fondato l'11 ottobre del 1965 da Spinelli insieme alla Fondazione Olivetti, all'Associazione di Cultura politica "Il Mulino" e al Centro Studi Nord-Sud; è uno dei principali think tank italiani ed è costruito sul modello dei potenti ed elitari Council On Foreign Relations e Royal Institute of International Affair. Lo IAI si trova al 33° posto della graduatoria mondiale dei think tank non americani elaborata dal THE THINK TANKS AND CIVIL SOCIETIES PROGRAM 2009 THE GLOBAL “GO-TO THINK TANKS”. Dal sito dell'IAI leggiamo:
" Nel 1980 è stato eretto a ente morale con decreto del Presidente della Repubblica.
Dal 1991 ha sede nel settecentesco Palazzo Rondinini, elegante esempio della Roma barocca, nel quale si svolgono anche le principali manifestazioni che l'Istituto organizza.
Il finanziamento è assicurato dai soci individuali e collettivi, da Enti pubblici e privati, dalle principali Fondazioni internazionali e da un contributo di legge erogato dal Ministero degli Esteri. (lo paghiamo anche noi! ndr)
Lo IAI mira a promuovere la conoscenza dei problemi internazionali nei campi della politica estera, dell'economia e della sicurezza attraverso ricerche, conferenze, pubblicazione e formazione."
Lo IAI è stato incaricato, fino dall'inizio, di coordinare i punti di vista degli ambienti d’affari europei, americani e giapponesi e di lottare contro ogni seria tendenza progressista potesse svilupparsi in Italia.
Lo IAI pubblica anche una rivista online dal nome Affari Internazionali, riprendendo il nome dalla rivista Foreign Affairs del Council on Foreign Relation. Dal loro pieghevole leggiamo ora gli Organi direttivi:
Presidente d'onore, Carlo Azeglio Ciampi
Presidente, Stefano Silvestri
Direttore, Ettore Greco
Vice Presidenti, Gianni Bonvicini, (Vicario) Roberto Aliboni, Paolo Guerrieri
Comitato dei Garanti
Cesare Merlini (Presidente), Bruno Bottai, Pier Francesco Guarguaglini, Arrigo Levi, Antonio Maccanico, Renato Ruggiero, Mario Sarcinelli, Guido Venturoni
Dall'ultimo rapporto annuale pubblicato (2007) vediamo un pò, ad esempio, chi sono i soci collettivi:
ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA (Abi), Roma (Giuseppe Zadra)
AGUSTAWESTLAND, Cascina Costa (VA) (Marcello De Donno)
AIAD, Roma (Carlo Festucci)
ALENIA AERMACCHI SpA, Venegono Superiore (Giorgio Brazzelli)
ALENIA AERONAUTICA, Roma (Giovanni Bertolone)
AVIO Spa, Torino (Massimo Mazzola)
CONFINDUSTRIA, Roma (Carlo Calenda)
EADS Italia srl (Serafino D’Angelantonio)
ELETTRONICA SpA, Roma (Lavinio Perotti)
ENTE NAZIONALE IDROCARBURI SpA (Eni),Roma (Leonardo Maugeri)
FINCANTIERI SpA, Roma (Giuseppe Bono)
FINMECCANICA SpA, Roma (Francesco Lalli)
IBM Italia SpA, Roma (Giovanni Aliverti)
INTESA SANPAOLO SpA, Milano (Mario Ciaccia)
ITALCEMENTI SpA, Bergamo (Giorgio Bodo)
ISTITUTO FINANZIARIO INDUSTRIALE (Ifi), Torino (Virgilio Marrone)
MBDA Italia SpA, Roma (Fabrizio Giulianini)
RHEINMETALL Italia Spa, Roma (Gennaro Santamaria)
SELEX Communications SpA, Genova (Lorenzo Costagli)
SELEX Sistemi Integrati, Roma (Stefano Tagliani))
SIMEST SpA, Roma (Giancarlo Bertoni)
VITROCISET Spa, Roma (Riccardo Grazi)
Tra i soci individuali troviamo poi tutti assieme appassionatamente centrodestra, centrosinistra, imprenditori, banchieri, globalisti e chi più ne ha più ne metta. Alcuni soci individuali:
ADORNATO FERDINANDO, AMATO GIULIANO, ANNUNZIATA LUCIA, BERNABÈ FRANCO, BONIVER MARGHERITA, BUTTIGLIONE ROCCO, COLOMBO EMILIO, DASSÙ MARTA, D’ONOFRIO FRANCESCO, FASSINO PIERO , FINI GIANFRANCO, FOLLINI MARCO, DE BENEDETTI CARLO Presidente, Cir SpA, Milano, NAPOLITANO GIORGIO, PADOA-SCHIOPPA TOMMASO, PERA MARCELLO, PASSERA CORRADO Consigliere Delegato e Ceo, Intesa Sanpaolo SpA, Milano, PIRANI MARIO Editorialista, «La Repubblica», PINOTTI ROBERTA, RUGGIERO RENATO, RUTELLI FRANCESCO, SCOGNAMIGLIO CARLO, SEGNI MARIO, TRONCHETTI PROVERA MARCO, VELTRONI WALTER...
C'era tempo fa una canzone di Gaber con questo ritornello: ma cosè la destra.... cosè la sinistra...
Massimo Fini, in uno dei suoi libri, disse: "La democrazia è quel sistema che te lo mette in culo con il tuo consenso"
Lo spettacolo elettorale che ci spacciano per democrazia è solo un teatrino creato allo scopo di sviare le nostre menti e portarle a credere che esistano, nei candidati dei partiti nazionali che noi votiamo, delle reali diversità di progetti e vedute; al di la del teatrino massmediatico, però questi personaggi hanno in mente un solo programma: quello di accrescere il loro potere e la loro ricchezza. Anche l'IAI, al pari degli altri think tank elitari come il Brookinks Institution e il Council on Foreign Relations, studia "la riforma delle principali istituzioni finanziarie e commerciali internazionali (FMI, WB, WTO) e le prospettive di interazione/cooperazione tra le principali aree economiche globali". Per quanto rigurda il nostro paese il ruolo dell'IAI è lo studio di programmi di "internazionalizzazione dell'economia italiana." Nella pagina dei progetti in corso leggiamo:

" Le sfide del multipolarismo e le strategie della politica estera italiana
All'interno del progetto per uno studio sulla politica estera italiana nel sistema multipolare globale, finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e di cui l'AREL è risultata aggiudicataria, lo IAI è incaricato di coordinare l'attività di un gruppo di ricerca, composto da accademici, analisti e rappresentanti del mondo economico e istituzionali, che affronterà il nodo della riforma delle regole e istituzioni del sistema di governance economica globale. Portando avanti un percorso di riflessione già avviato nell'ambito di una precedente iniziativa congiunta IAI-AREL, il progetto si concentrerà su alcuni temi chiave, come la riforma delle principali istituzioni finanziarie e commerciali internazionali (FMI, WB, WTO) e le prospettive di interazione/cooperazione tra le principali aree economiche globali. Attraverso un costante monitoraggio delle posizioni assunte dai governi dei principali paesi e delle negoziazioni portate avanti in ambito G8 e G20 verranno delineati degli scenari sulle future evoluzioni del sistema di governance economica globale al fine di comprendere il ruolo da attribuire all'Unione Europea e all'Italia nel processo di riforma.
Nell'ambito del progetto si è svolta il 18 novembre 2009 la conferenza internazionale "Global Governance and economic growth in the world economy after the crisis"
Programma
Presentazione di Damien Dunn
Intervento dell'On. Enrico Letta
Presentazione di John Williamson
Immagini
Governance Globale

Alla fine del programma del precedente triennio sull'internazionalizzazione dell'economia italiana, che si è concluso con un rapporto trasmesso alla Compagnia, l'obiettivo del prossimo triennio è di analizzare a partire dalla crisi finanziaria ed economica in corso le future possibili collocazioni dell'Italia e dell'Europa nel sistema economico globale in una prospettiva di medio-lungo termine, anche allo scopo di proporre adeguate opzioni per la politica economica estera italiana. L'ipotesi generale della ricerca è che per l'Italia e l'Europa sia auspicabile che il sistema internazionale sia gestito con strumenti multilaterali sulla base di accordi cooperativi e di regole condivise dai poli principali. Per gli Stati Uniti e per l'Europa, la sfida sarà in questo caso di riuscire a integrare, in un sistema di regole condivise, le potenze in ascesa del sistema internazionale, facendone dei responsible stakeholders. A questo riguardo verranno effettuate delle simulazioni di scenari che, a seconda dei livelli di intervento, riguarderanno l'azione dell'Italia, l'azione a livello europeo su cui l'Italia può intervenire, l'azione a livello globale. In una seconda fase verranno identificate le azioni di policy necessarie per collocare l'evoluzione del nostro paese sul sentiero di volta in volta più desiderabile. Nel corso della ricerca verranno realizzati dei position papers propedeutici relativi ai singoli sotto temi (crescita, commercio, tecnologia, energia e ambiente, demografia). Verranno altresì organizzate riunioni ristrette per la discussione dei position papers e si arriverà alla fine alla redazione di un Rapporto generale di ricerca che includerà i risultati più rilevanti del lavoro svolto e che verrà presentato in un Workshop aperto al pubblico.
Problemi e prospettive del sistema di governance economica globale
All'interno di un network di istituti che studiano gli scenari di riforma del sistema di governance economica globale, al quale lo IAI partecipa insieme a Chatham House, al Centre for International Governance Innovation e all'Oxford Institute for Economic Policy è stata avviata una iniziativa di riflessione sugli scenari di riforma delle regole e delle istituzioni che sottendono al funzionamento dell'economia globale. Particolare attenzione viene dedicata ai processi di riforma delle istituzioni economiche e finanziarie multilaterali (Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Mondiale del Commercio). Il gruppo di lavoro si riunisce periodicamente e organizza diverse iniziative di discussione e di diffusione dei risultati della ricerca.
Nell'ambito del progetto si è svolta il 6 luglio 2009 la tavola rotonda "The G20-G8 continuum: global governance in a world of crisis", organizzata dallo IAI in collaborazione con Chatham House, Centre for International Governance Innovation e il G8 Research Group dell'Università di Toronto. L'evento ha analizzato aspettative e problematiche degli incontri G8 e G20 all'interno del dibattito sulla riforma della governance economica globale (programma).
Cina e Unione Europea nel sistema di global governance
L'iniziativa si inquadra all'interno della collaborazione che lo IAI ha avviato con la Chinese Academy of Social Sciences (CASS), con la quale sono stati individuati filoni di ricerca di interesse comune. Attraverso uno scambio di visite di esperti i due istituti discutono dei problemi e prospettive dell'azione internazionale della Cina e dei suoi rapporti con l'Unione Europea. Uno specifico tema di approfondimento è quello dei possibili scenari di inserimento e azione della Cina all'interno del sistema multilaterale di governance politica ed economica della comunità internazionale."
A pag.893 del libro Massoneria e Sette Segrete di Epiphanius leggiamo:
" Gli Altri istituti di Affari Internazionali
RIIA e CFR a loro volta diedero origine a tutta una serie di istituti omologhi (circa una sessantina), dapprima nel Commonwealth, secondo la volontà di Rhodes, quindi in Europa e nello stesso blocco comunista.
Entrambi ispirati nei loro contenuti dalla Fabian Society, RIIA e CFR hanno perciò sempre mirato a realizzare la rivoluzione silenziosa - " dall'alto", in luogo di quella nelle strade - per giungere alla sintesi definitiva fra capitalismo e socialismo. Programma affine a quello del Patto sinarchico francese, al quale si sono sostituiti perseguendone e diffondendone su scala mondiale i contenuti.
Detti istituti si pongono come influenti " centri di studio" filobritannici, ad orientamento socialista " fabiano", costituendo veri e propri punti di controllo delle ricchezze e della cultura del paese che rappresentano; in una parola, centri di potere. Nell'elenco dei loro membri spiccano le principali banche, le industrie più rilevanti, le maggiori società di assicurazione, le università, i centri di ricerca e le fondazioni. Non solo: vi sono compresi anche i sindacati, le confederazioni degli imprenditori, i migliori giuristi, personalità politiche, i giornalisti più famosi e altro.
L'Istituto Affari Internazionali italiano (IAI) venne fondato nel 1965 dalla Fondazione Olivetti, dalla Associazione di Cultura politica " Il Mulino" e dal Centro Studi Nord-Sud in seguito a una proposta di un esponente del Movimento Federalista europeo, il comunista Altiero Spinelli. Ricordiamo che Altiero Spinelli, primo direttore dell'Istituto, era membro del Bilderberg Club e legatissimo al vero patron dell'IAI Gianni Agnelli, il Rockefeller italiano.
Presidente dell'IAI è Stefano Silvestri (n. 1942), professore dell'Università di Firenze, membro del Bilderberg e del Consiglio dell'IISS di Londra.
Esaminando da vicino la rete internazionale generata dal RIIA, si può constatare come, confusi con i membri dell'Istituto del paese considerato, vi siano molti "delegati" di "club" riservati di altri paesi, in omaggio al principio di infiltrazione trasversale, tanto caro alle società occulte e necessario alla verifica diretta dell'applicazione fedele delle disposizioni emanate dai centri di potere.
L'IAI, ad esempio, accanto ai suoi 55 dirigenti e fra i suoi 270 membri, ospitava negli anni '80 personalità come il massone d'alto grado Boutros Boutros-Ghali, ex Segretario delle Nazioni Unite, allora presidente dell'Istituto di Studi Politici e Strategici del Cairo; Robert Bowie, membro di Harvard, del Bilderberg Club, della Trilaterale, del CFR, dell'IISS e della CIA; Z. Brzezinski, teorico della Trilaterale e mondialista d'alto profilo; l'israelita Etienne Hirsh, dell'èquipe di Jean Monnet, presidente del Movimento Federalista europeo per quindici anni; il professore israelita di Scienze Politiche di Harvard Stanley Hoffman, membro del CFR e del Bilderberg Club; Francois Duchene, già direttore dell'IISS, membro del RIIA, del Bilderberg Club, della Trilaterale e dell'Istituto Atlantico; Richard Gardner, presente in alti cenacoli mondialisti; l'alto iniziato Max Kohnstamm, fondatore della branca europea della Trilaterale, legatissimo a Kissinger, presidente del comitato J. Monnet, membro del Bilderberg Club e presidente dell'Università europea di Firenze, centro studi supercapitalista; Karl Kaiser, presidente dell'Istituto Affari Internazionali tedesco (DGAP), membro del Bilderberg Club, della Trilaterale e dell'Istuituto Atlantico; il banchiere israelita Pierre Uri, uomo dei Rothschild, membro del Bilderberg Club, della Trilaterale e dell'Isituto Atlantico; Alvin Schuster, corrispondente per l'Italia del New York Times."
Movimento Federalista Europeo


Il MFE fu fondato da Spinelli nel 1943. Esso dichiara le seguenti caratteristiche:
è autonomo dalle forze politiche tradizionali e non partecipa direttamente alle elezioni;
svolge un ruolo di iniziativa politica mirante a mobilitare e far convergere le forze politiche e sociali e tutti i cittadini sugli obiettivi strategici che di volta in volta consentono di avanzare verso la Federazione europea e, in prospettiva, verso la Federazione mondiale;
elabora la sua politica a livello sovranazionale come sezione italiana dell'Unione Europea dei Federalisti (UEF), costituita nel 1947, e del World Federalist Movement, fondato anch'esso nel 1947;
è un insieme di centri di cultura politica di carattere militante, che collaborano a elaborare e diffondere la teoria generale del federalismo - che rappresenta il nucleo vitale della cultura della pace - e la critica degli aspetti falsi dell'idea nazionale;
Esiste anche un braccio giovaline del MFE che si chiama Gioventù Federalista Europea, la quale è la sezione italiana degli Jeunes Européens Fédéralistes (JEF). Dallo Statuto leggiamo all'Articolo 2:
" Art. 2 – Il MFE ha come scopo la lotta per la creazione di un ordine politico razionale, che, secondo la visione di Kant, può essere tale solo se abbraccia l’intera umanità. Il suo obiettivo ultimo è pertanto la federazione mondiale. I suoi obiettivi intermedi sono la Federazione europea, l’unificazione federale delle altre grandi famiglie del genere umano e la trasformazione dell’ONU in un governo mondiale parziale."
Il progetto federalista europeo si ispira al modello di aggregazione tra stati adottato dagli USA con la Convenzione di Filadelfia del 1787, dove prende forma la prima Costituzione federale della storia.
" La Federazione Europea
L'obiettivo strategico immediato del MFE é la Federazione europea, in quanto il grado di interdipendenza raggiunto dai rapporti politici, economici e sociali rende indispensabile e possibile portare a compimento il processo di integrazione sviluppatosi nel corso degli ultimi cinquant'anni e giunto ormai allo stadio cruciale della cessione della sovranità monetaria e politica da parte degli Stati europei. La Federazione europea non solo garantirà agli europei il controllo democratico sulle decisioni che li riguardano, ma costituirà la prova più evidente che è possibile superare la divisione dell'umanità in Stati sovrani. Il popolo europeo sarà il primo nucleo del popolo mondiale in formazione."
Il MFE è un sostenitore della tesi del gradualismo:
" Ma in certe fasi del processo di integrazione è emersa la necessità di battersi per obiettivi strategici più limitati, scegliendo quindi la via del gradualismo, definita da Jean Monnet come l'identificazione di "un'azione concreta e risoluta su di un punto limitato ma decisivo che provochi un cambiamento fondamentale su questo punto e modifichi progressivamente i termini dell'insieme dei problemi". Il gradualismo è, in definitiva, il metodo che permette avanzamenti parziali del processo di integrazione come base per una successiva e più incisiva battaglia costituente."
Il gradualismo è un termine orwelliano che si può benissimo tradurre con: totalitarismo per gradi.
Se la schiavitù centralizzata europea e mondiale fosse imposta in modo chiaro ed evidente fin dall'inizio le persone se ne accorgerebbero e si ribellerebbero: se l'obiettivo finale viene invece diluito in tanti piccoli obiettivi apparentemente slegati gli uni dagli altri le persone non si accorgono cosa stà accadendo e non si ribellano anche dopo che si è raggiunto l'obiettivo finale. Si prenda una rana viva e reattiva e la si getti in una pentola d'acqua bollente. Lotterà per la sua vita con tutte le sue forze, cercherà di saltare fuori dalla pentola e insomma, sola di fronte ad un destino noto e non piacevole, in lotta per la sua stessa vita, le proverà tutte per salvarsi.
La si metta invece in una pentola di acqua tiepida e si alzi poi molto lentamente la temperatura....Il benessere iniziale della nostra povera rana si tramuterà piano piano in malessere ma la poverina non riuscirà a darsene una spiegazione.
Incapace di cogliere i segnali di pericolo continuerà a rimanere nella vasca di acqua sempre piu' calda e morirà senza sapere perchè. Recentemente Nicola Vallinoto, Membro della Direzione nazionale del Movimento Federalista Europeo, ha scritto un articolo dedicato al terremoto di Haiti e pubblicato su eurobull.it, in cui auspicava "un governo mondiale per gestire le catastrofi umanitarie e ambientali". Anche questo articolo, come tutti gli altri documenti a favore del NWO, sostiene l'idea che ci siano delle pressanti minacce globali alle quali deve essere data una risposta globale attraverso l'accentramento di potere in un forte organismo elitario che risponda alle emergenze in modo rapido e deciso; la diversità di vedute, espressa dai molteplici stati nazionali, è interpretata come intoppo alla presa di decisioni rapide in risposta alle pressanti minacce, e quindi deve essere abolita, e con essa la libertà. Leggiamone una parte:
" Partendo da queste considerazioni sarebbe auspicabile che l’esperienza negativa del post-terremoto haitiano porti i governi dei paesi più ricchi, a cominciare dai membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, a prendere le necessarie e conseguenti decisioni.
Ovvero decidere di delegare una parte della propria sovranità a un governo democratico mondiale sotto l’egida dell’ONU, responsabile di fronte all’Assemblea generale, in quei settori o ambiti nei quali gli stati nazionali divisi hanno dimostrato di non essere in grado di dare risposte efficaci. L’ultima dimostrazione, in ordine di tempo, di tale inefficacia l’abbiamo avuta al vertice sul clima di Copenhagen dove dopo due settimane di incontri e confronti i leader di oltre cento paesi non sono riusciti a trovare un accordo minimamente soddisfacente per ridurre le emissioni di CO2, causa prima del riscaldamento del pianeta.
La domanda che si pone a coloro che hanno un ruolo di leadership nei partiti politici, a coloro che governano gli stati nazionali e agli intellettuali che riflettono sul futuro del mondo è la seguente:
«A quante altre disgrazie dovremo assistere, ed anche subire, prima di ammettere l’inutilità della divisione politica del mondo in stati nazionali, solo formalmente, sovrani e di lavorare per superare tali divisioni a favore di integrazioni federali a livello regionale e a livello planetario?»"
La posizione è: o Governo Mondiale o Disgrazie. Nella sezione Fondamenti e Scopi del loro documento introduttivo al MFE c'è scritto:
" Verso un governo mondiale
La lotta per la creazione della Federazione europea è sempre stata concepita dal MFE nel quadro più vasto del processo di unificazione mondiale, presupposto essenziale per la realizzazione della pace e della democrazia internazionale. Solo con un governo mondiale, in grado di elaborare e far rispettare leggi comuni, si può garantire la sicurezza di ogni popolo e di ogni individuo, che ormai riguarda non solo la pace, ma anche la difesa dell'ambiente e lo sviluppo dei paesi arretrati. Per questo il MFE è diventato la sezione italiana del World Federalist Movement, che è attivamente impegnato per la riforma e la democratizzazione dell'ONU, in quanto potenziale governo mondiale."
Le parole " democrazia" e " democratizzazione" in questi documenti dovrebbero essere interpretate attraverso la neolingua orwelliana; sembrano messe li apposta per indorare la pillola e confondere le idee; infatti ricorda molto da vicino il concetto di invasione trasformato in "esportazione della democrazia" adottato dal Governo USA; elaborare e far rispettare leggi comuni" sembra infatti proprio il contrario del concetto democratico di autodeterminazione nazionale e locale. Il MFE parte dal principio che costringere forzatamente tutte le nazioni ad abbracciare un Governo Mondiale sia di per se democratico, mentre è in contraddizione palese con il concetto di libertà e autodeterminazione dei popoli e delle nazioni; autodeterminazione che potrebbe estrinsecarsi nel rifiuto delle persone a sottomettersi a tale ordine; un ordine che è imposto dall'alto e appare giustificato solo ed esclusivamente come reazione rapida a emergenze che si rivelano, alla prova dei fatti, solo dei falsi pretesti per imporlo. Il MFE aderisce, come tutti gli altri think tank globalisti, al consenso pseudoscientifico sul riscaldamento globale antropogenico; nel loro documento Mozione sull'Unione europea e sulla conferenza sul clima di Copenhagen leggiamo che il Comitato Centrale del M.F.E., riunito a Roma il 4 luglio 2009, si dice " preoccupato per l’aggravarsi della crisi climatica globale che si manifesta con il riscaldamento del Pianeta e l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi cui, fino ad ora, non è stato contrapposto alcun provvedimento, misura o politica, a livello globale, capace di contrastarla efficacemente" e quindi:
ritiene che:

le misure del “pacchetto clima e energia” adottate dal Consiglio europeo dell’11 e 12 dicembre 2008, pur non essendo sufficienti a risolvere i problemi su scala planetaria, vadano nella giusta direzione; quindi debbano essere applicate, senza dilazioni e, anzi, accelerate nei tempi di attuazione;

l’U.E. vada dotata di adeguate risorse finanziarie proprie e che alla Commissione vadano attribuiti reali poteri di governo nei settori dell’energia e dell’ambiente, in modo da garantire l’attuazione, in modo efficiente, delle misure decise e lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica in detti settori su scala europea;

l’U.E. debba assumere un ruolo di leadership internazionale, parlando con una voce sola, nel processo di riconversione in senso ecologico dell’economia mondiale, proponendo al mondo intero un Piano Mondiale di misure impegnative per la salvaguardia del clima del Pianeta, che preveda una sostanziale diminuzione delle emissioni climalteranti e il lancio di un vero e proprio nuovo “New Deal” in grado di rilanciare l’economia mondiale con massicci investimenti nel campo delle energie rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza energetica;

l’U.E. debba proporre a Copenhagen di andare oltre i trattati internazionali, troppo limitati nella loro efficacia e spesso non sufficienti a migliorare la “governance” internazionale, e di dare vita a una Comunità mondiale per l’ambiente, costituita sul modello della C.E.C.A. nel processo di unificazione europea, dotata di adeguati mezzi finanziari propri derivanti dall’applicazione di una Carbon-tax a livello mondiale e gestita da un’Alta autorità, avente reali poteri e autonomia, responsabile di fronte all’O.N.U.
Per tutti questi motivi
chiede:




che l’U.E. si impegni, con determinazione, nel processo di riconversione in senso ecologico dell’economia, attuando il pacchetto clima-energia deciso a Bruxelles nel dicembre 2008, senza ritardi e condizionamenti;




che l’U.E. assuma il ruolo di leadership a livello internazionale nella indicata direzione, avanzando e sostenendo nella prossima Conferenza Mondiale di Copenaghen, un Piano Mondiale di misure per la salvaguardia del clima del Pianeta che preveda la costituzione, a livello dell’ONU, di una Comunità Mondiale per l’ambiente, dotata di mezzi finanziari propri e di reali poteri, sul modello della C.E.C.A..
Ripetiamo i loro obiettivi: " Comunità Mondiale per l’ambiente, Carbon-tax a livello mondiale e gestita da un’Alta autorità, avente reali poteri e autonomia, responsabile di fronte all’O.N.U.". Sia il Council on Foreign Relations che la Rivista dell'Istituto Affari Internazionali, sono poi concordi nello sviluppo di tecniche di geoingegneria, tra cui l'infame operazione delle scie chimiche, per contrastare gli effetti dello stesso; si veda a proposito il mio articolo Lovelock, la depopolazione, l'effetto serra e la geoingegneria. Non c'è bisogno di ricodare nel detattaglio tutte le prove che contraddicono la tesi del riscaldamento globale da CO2 antropogenica; ho già scritto alcuni articoli al riguardo. Il Global Warming da CO2 antropogenica serve solo ed esclusivamente a imporre la centralizzazione del potere mondiale con la scusa dell'emergenza ambientale. Riguardo al sistema monetario il MFE in una Mozione economica del del 13 marzo 2010 afferma:
" la necessità di una profonda riforma del sistema monetario internazionale che evolva verso una moneta mondiale di riserva sottratta all’arbitrio di un solo Stato, che non è in grado, come aveva previsto chiaramente Robert Triffin, di garantire nel medio periodo il funzionamento di un equo mercato mondiale;
- l’attualità della proposta di una moneta mondiale di riserva, il “bancor”, formulata da Keynes a Bretton Woods nel 1944 e rilanciata con forza dal Presidente della Banca del Popolo Cinese Zhou nel 2009 -, a partire dal Diritto Speciale di Prelievo (SDR) emesso dal Fondo Monetario Internazionale -, come richiesto dai federalisti nel Congresso mondiale di Ginevra del 2007 e nel Congresso europeo di Parigi del 2008;"
Avevo già parlato di questo argomento e delle sue conseguenze in un articolo intitolato Verso una moneta unica mondiale dove citavo Gavin Marshall di globalresearc.ca:
" In definitiva, ciò che tutto questo implica è che il futuro dell'economia politica è fatto di passi sempre più rapidi verso un sistema globale di governance, ovvero di governo mondiale, con una banca centrale mondiale e una valuta globale, e che, contemporaneamente, questi sviluppi avverranno a fronte o a seguito di un declino della democrazia in tutto il mondo, con un conseguente incremento della gestione autoritaria del potere politico"
Insomma in questo Movimento Federalista Europeo troviamo proprio tutti gli elementi fondamentali del Nuovo Ordine Mondiale espressi chiari e tondi.