mercoledì 14 luglio 2010
L’Europa liberalizza la produzione di Ogm
Da http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=3108
La Commissione europea è stata ancora una volta fedele al compito che le è stato assegnato. Fare gli interessi delle multinazionali che mischiano allegramente la chimica con i prodotti alimentari. In tale ottica si pone il via libera dato dall’organismo di Bruxelles alla coltivazione degli Ogm, gli organismi geneticamente modificati. In ogni caso è stata fatta una grande concessione stabilendo che ogni Paese sarà libero di decidere se permettere o vietare la coltivazione sul proprio territorio.
Una proposta in merito era stata presentata dal maltese John Dalli, commissario europeo per Ambiente, sanità pubblica, sicurezza alimentare e protezione dei consumatori (Envi). Si deve ricordare a tale proposito che la nomina di Dalli da parte del presidente della Commissione, Josè Barroso, venne molto contestata soprattutto perché all’ufficio del neo commissario venne affidata la competenza dell’unità prodotti farmaceutici e cosmetica in precedenza affidata alla Commissione Impresa. Di conseguenza Dalli, che vanta un passato lavorativo in diverse società industriali, avrà anche il controllo della Agenzia europea per i medicinali e della Agenzia per la sicurezza alimentare. Apparentemente sembra una svolta fatta per tutelare i consumatori e la loro salute. In realtà viene ufficializzata una commistione tra chimica e cibo che avrà in futuro non poche ricadute che andranno a tutto vantaggio di multinazionali come la sempre verde Monsanto.
Dalli, per rassicurare i cittadini, aveva ribadito il suo impegno per la certificazione della filiera alimentare, l’informazione dei consumatori, il consumo sostenibile e la lotta alle contraffazioni e alle truffe alimentari. Ma resta significativo che Dalli prese subito posizione sugli Ogm sostenendo che prima di prendere una decisione in materia avrebbe aspettato che emergessero nuovi dati scientifici che sconfessassero le convinzioni diffuse in materia. Quelle insomma presenti a Bruxelles sul fatto che gli Ogm siano innocui. In buona sostanza sono le stesse tesi interessate suggerite dalle multinazionali contro le quali si leva invece l’opinione contraria della maggioranza dei cittadini.
Soddisfatta, ma dovrebbe esserlo solo in parte, Lega Ambiente che si è compiaciuta che la Commissione abbia preso atto finalmente e definitivamente che non si può imporre la coltivazione degli Ogm sulla testa dei cittadini. Per Francesco Ferrante, in Italia e in Europa i consumatori dicono chiaramente no agli Ogm nei piatti e gli agricoltori hanno scelto la strada della qualità perché sono consapevoli che solo la tutela della salute, della tipicità dei prodotti e dei territori può garantire all'agricoltura italiana ed europea la forza per competere nel mondo globalizzato. E' importante che la revisione della normativa in materia preveda che le Regioni possano stabilire regole per la coesistenza che impediscano ogni contaminazione seppur accidentale delle coltivazioni convenzionali e di quelle biologiche. Il Governo italiano, da parte sua, deve scegliere la strada della qualità, della ricerca e dell'innovazione ma con un chiaro no agli Ogm. E allora, finché non entrerà in vigore la nuova normativa, va garantita in Italia e in Europa la moratoria per la coltivazione delle varietà transgeniche. Il caso della patata geneticamente modifica Amflora, autorizzata a marzo scorso, deve rimanere un caso isolato.
Da parte sua la Coldiretti ha parlato di “svolta storica” visto che la Commissione Europea ha preso atto della forte opposizione dei cittadini. La Coldiretti sottolinea che tecnicamente il provvedimento della Commissione si compone di tre documenti. Il primo è una comunicazione di carattere generale e di orientamento sul futuro degli Ogm in Europa incentrato sul tema della libertà per i Paesi membri di decidere sulla loro coltivazione. Il secondo è una raccomandazione, destinata a sostituire quella esistente in materia di coesistenza tra coltura tradizionali, biologiche e Ogm, che contiene regole maggiormente restrittive per garantire ai Paesi membri la possibilità di adottare misure atte ad evitare la presenza involontaria di Ogm. Il terzo è un regolamento di modifica della direttiva in vigore che sancisce la possibilità per i Paesi
membri di adottare misure volte a restringere o proibire la coltivazione di tutte o di una sola varietà di Ogm purché tali misure siano giustificate dalla valutazione di effetti negativi sulla salute e sull'ambiente o dalla necessità di impedire una presenza indesiderata di Ogm in altri prodotti.
La Coldiretti ha pure ricordato che sono ormai soltanto sei su ventisette i Paesi membri della Ue che permettono la produzione di Ogm dopo il recente divieto stabilito dalla Germania e che nel 2009 c’è stato un drastico crollo del 12% delle semine. Per il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, è quindi positivo che ci sia un vasto schieramento contrario agli Ogm nei campi e nel piatto. La linea della Coldiretti è chiara. Si deve prendere coscienza che la salvaguardia dell'integrità del patrimonio agroalimentare nazionale è un bene comune. Si deve quindi salvaguardare le produzioni tipiche e di qualità delle singole Regioni dalla contaminazione di eventuali coltivazioni transgeniche e tutelare la biodiversità naturale e agricola.
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