domenica 16 maggio 2010

Balcani. Ora è la volta della miccia magiara


Da Rinascita
Venerdì 28 maggio il Fidesz, i liberalpopulisti sostenuti da Soros, di Viktor Orban prenderanno le redini del governo di Budapest che comincerà una doppia battaglia. Da una parte “l’adeguamento alle direttive Ue” (per ottenere prestiti-salvagente alla greca), tagli al lavoro pubblico, lotta alla corruzione. Dall’altra avanzerà un aut-aut ai Paesi vicini perché riconoscano la doppia cittadinanza delle minoranze magiare in Slovacchia, Serbia e Romania: su questo fronte Orban è pressato dall’altro partito vincitore delle elezioni, i nazionalisti radicali dello Jobbik di Gabor Vona. In vista dell’evento, che sarà traumatico per il cuore dei Balcani, Bratislava ha già richiamato in patria l’ambasciatore slovacco a Budapest.
Ecco quindi la nuova miccia magiara.
Hanno forzato mezzo pianeta ad aderire alle clausole vessatorie dell’Organizzazione mondiale del commercio. Hanno costretto alla svalutazione e all’indebitamento tutti gli Stati nazionali, dall’Argentina alla Malesia, dall’Italia all’Islanda. Hanno riacquisito totalmente il governo della moneta, rinvigorendo Fmi, Banca Mondiale, Transparency International e imponendo alla ex Comunità europea i vergognosi parametri Maastricht, le liberalizzazioni, le privatizzazioni, il lavoro precario e la flessibilità: la globalizzazione. Hanno inventato un ectoplasma chiamato “Unione europea” privato di ogni sovranità economica e finanziaria, oltre che politica e militare. Hanno inventato una falsa moneta, l’euro, per speculare meglio. Hanno utilizzato il nazionalismo del XIX secolo per spezzettare l’Europa dell’est. Hanno dato l’assalto agli Stati più deboli, ai “pigs”. E hanno in programma di spezzettare anche l’Italia per completare il quadro programmato negli Anni Settanta dalle Fondazioni Rockefeller e Agnelli: un nord inserito nelle “regioni liberiste virtuose”, con epicentro la Ruhr, il sud nell’area dei pigs, dei “maiali” mediterranei. Il fione è stato di asservire meglio soprattutto la “ricca” colonia Europa alle direttive dell’usura globale atlantica.
I Signori del denaro hanno accompagnato questa strategia del “divide et impera” con due campagne parallele di acquisto del consenso. L’una, mediatica. Hanno infatti convinto tutti i cittadini più deboli di questa non libera Europa che avrebbero visto realizzata una “idea straordinaria”, e cioè la costruzione di un’Europa politica attraverso un’economia comune e una moneta unica. L’altra, militare. Hanno convinto i governi-camerieri e i loro seguaci che la “felicità”, il “global american dream”, dovevano essere difesi con le armi dal terrorismo internazionale, dagli Stati Canaglia che non volevano cedere la loro libertà in cambio di dollari o di succedanei euro.
Ma hanno fatto un errore. Sollecitando, complici il Vaticano e la Germania degli Anni ‘80, le guerre di secessione nazionali hanno risvegliato dal torpore della sconfitta nella guerra mondiale, un loro antico nemico, il nazionalismo. Quello vero, quello dei popoli che desiderano la libertà.
Una riesumazione faustiana del loro nemico ancestrale. In primis, nella Russia appena assoggettata; poi, in tutti gli angoli del mondo.

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