lunedì 17 maggio 2010

Ma veramente l'acqua in bottiglia è migliore di quella del rubinetto?


In qualsiasi dittatura,o dittatura mascherata da "democrazia" la propoganda gioca un ruolo fondamentale,se non primario,chi sta VERAMENTE al trono del potere può "costrigere" sotto forma di "saggio consiglio" a scegliere determinate cose al posto di altre,creando una dipendenza da parte della "massa asservita" nonchè una soggezzione e un senso di confusione(es questo prodotto l'ho compravo sempre e andava ma ho sentito gli "esperti" che dicono che non serve più e che è stato fatto un'altro prodotto con stesse funzioni che và meglio e se lo dicono gli esperti,noi non possiamo contestare nulla,loro hanno sempre ragione).Ciò è accaduto con tantissimi prodotti di mercato e beni di necessità,(ad es il telefono cellulare con la fotocamera e che si apre e si chiude al posto di quello che fa "solo le chiamate")tra cui L'ACQUA.Essa è sempre stata giustamente considerata di estrema importanza e necessità da l'uomo(tra l'altro anche noi siamo costituiti al 70% di acqua)e sappiamo bene che se manca l'acqua,possiamo tranquillamente dire addio alla vita.C'è da considerare che in questo tempo di "libertà e solidarietà" 1 milione di uomini,donne e bambini sono senz'acqua e nel mondo è in corso la totale "privatizzazione" di questo bene ,in poche parole NON CONTENTI DI AVERCI TOLTO DIRITTI E LIBERTà ORA CI STANNO TOGLIENDO PURE L'ACQUA!con ciò naturalmente sarà più facile far toranra nella "retta via" chi si oppone alla "centrallizazzione" del potere assoluto(costruito sul modello dell'Unione Sovietica).Tornando all'acqua,ci hanno propagandato per anni che con la bottiglia essa era più sicura,buona e di "qualità" e che dal rubinetto era sporca,cattiva e "mediocre"e inquinata.Innanzitutto c'è da dire che è vero che molta acqua è inquinata ,ma questo perchè?L'inquinamento causato dall'industria di PLASTICA dice qualcosa!?e la bottiglia d'acqua da cosa è fatta!Plastica,ovvio.L'industria si arrichisce sempre di più quando noi compriamo "acqua in bottiglia di plastica" ,e inoltre il petrolio per fare la plastica vi dice niente!?In poche parole per far arrivare a noi "consumisti" la bottiglietta di acqua ci vogliono giorni e giorni,mentre noi (se è una bottiglieta)in 2 minuti l'abbiamo già finita!Comprando e comprando bottiglie di plastica stiamo arrichendo sempre di più le multinazionali e le industrie "di plastica" e i loro padroni,mentre l'acqua in realtà noi c'è l'abbiamo gratis,più buona,di miglior qualità,rispetto a quella imbottigliatta(tranne quando l'acqua è inquinata,ma questi sono altro discorsi).Poi ci sarebbe da dire sull'uso del fluoruro nell'acqua che tra l'altro causa "Perdita o meglio diminuizione dell'intelligenza" e servilismo,e ci sarebbe da dire molto di più.




Vi posto una campagna informativa intitolata Perché no alle bottiglie di plastica da Eco Progetti:


Il PET, il materiale più diffuso per l’imbottigliamento provoca grave inquinamento sia in fase di produzione che in fase di
smaltimento.
1. in fase di produzione un kg di PET (25 bottiglie da 1,5 litri) consuma 2 kg di petrolio e 17.5 litri d’acqua. Per contenere
alfine 37.5 litri d’acqua, ne abbiamo consumati la metà! Rilascia nell’atmosfera:
- 40 gr. di idrocarburi;
- 25 gr. di ossidi di zolfo;
- 20 gr. di ossidi di azoto;
- 18 gr. di monossido di carbonio;
- 2,3 kg. di anidride carbonica, gas responsabile dell’effetto serra. (Paul Mc Rande, The green guide, in State of the world
2004, Edizioni Ambiente, Milano 2004, pagg. 136-137)
2. Per trasportare 15 tonnellate, che corrispondono a 10.000 bottiglie d’acqua da 1,5 litri, un camion in perfetta efficienza
consuma 1 litro di gasolio ogni 4 km (25 litri ogni 100 km). Ipotizzando una percorrenza media di 1.000 km, tra andata e
ritorno (l’acqua altissima e purissima che va dall’Alto Adige alla Sicilia ne percorre molti di più), il consumo di gasolio
ammonta a 250 litri, ovvero 250.000 cm3 che, divisi per 10.000 bottiglie corrispondono a 25 cm3 di gasolio per bottiglia.
Moltiplicando 25 cm3 per 200 si deduce che il consumo giornaliero pro-capite di 1 litro di acqua in bottiglia comporta
un consumo di 5 litri di gasolio all’anno. A questi 5 litri di gasolio vanno aggiunti:
- i consumi di petrolio per produrre le bottiglie di plastica (8 kg per 200 bottiglie);
- i consumi di gasolio dei camion che trasportano le bottiglie di plastica vuote dalla fabbrica che le produce all’azienda
che imbottiglia l’acqua e dei camion della nettezza urbana che le trasportano dai cassonetti agli impianti di smaltimento;
- i consumi di benzina degli acquirenti nei tragitti casa – supermercato - casa e casa – cassonetti - casa.
Ipotizziamo quindi che il consumo annuo totale di combustibili fossili pro-capite di una persona che compri l’acqua in
bottiglie di plastica sia di almeno di 8 litri di gasolio/benzina oltre gli 8 kg di petrolio.
Una famiglia di quattro persone spende quindi ogni anno da 320 a 720 euro e fa bruciare almeno 32 litri di
combustibili fossili per bere acqua in bottiglie di plastica invece dell’acqua potabile che sgorga dal rubinetto di casa.
Evidentemente pensa di ottenere vantaggi superiori ai costi economici che sostiene e ai danni ecologici che genera. Dal
punto di vista chimico e batteriologico questi vantaggi non ci sono. Dal punto di vista organolettico possono esserci se
l’acqua distribuita dall’acquedotto è troppo clorata. Ma per toglierle il sapore del cloro è sufficiente utilizzare appositi filtri
che con un costo molto minore, senza fatica né perdite di tempo consentono di eliminarlo. (Fonte WWF)
3. a questi dati vanno aggiunti quelli derivanti dallo smaltimento. Nella sola Lombardia, vengono portate in discarica e
incenerite 150.000 tonnellate di bottiglie in PET all’anno, con un costo per la collettività di 25 milioni di euro; l’inquinamento
a questo punto è incalcolabile;
4. mezz’ora di esposizione al sole di una bottiglia di plastica fa rilasciare nell’acqua che contiene sostanze pericolose;
5. si autorizza il depauperamento delle fonti; per ogni litro imbottigliato se ne perdono altri 3 in fase di prelievo (11 miliardi di l.
consumati all’anno in Italia, oltre 30 miliardi di l. persi);
6. alla domanda “come fa l’acqua a rimanere stagnante in bottiglia per mesi e a non imputridire?”, operatori del settore
sostengono ci sia aggiunta di antibiotici, ma non si troverà conferma dalle ditte imbottigliatrici;
7. tranne in casi di particolari patologie, per le quali possono essere raccomandate precise acque minerali, la comune acqua
di acquedotto è perfettamente idonea all’uso; vari test di laboratorio hanno dimostrato che non esiste superiorità dell’acqua
in bottiglia rispetto a quella dell’acquedotto, semmai, spesso, il contrario (“Qualcuno vuol darcela a bere”, Giuseppe
Altamore);
8. i costi che si sostengono per l’acquisto vanno per quasi il 100% per pagare gli imballaggi, i trasporti e la pubblicità; l’acqua
contenuta nella singola bottiglia costa ai produttori in realtà meno della colla per l’etichetta;
9. anche le grandi marche occupano pochissimi operai (la Rocchetta occupa 48 dipendenti, dati 2005) e pagano cifre ridicole
per le concessioni; secondo «Guida al consumo critico», EMI edizioni, la Nestlè (San Pellegrino, Levissima, Panna, S.
Bernardo, Pejo, Boario) in Veneto sostiene la ragguardevole cifra di 3.625,10 euro all’anno per le sue estrazioni, mentre la
S. Benedetto (gruppo Danone) 555,16 euro all’anno, per un anno intero di estrazioni; a nostro carico lo smaltimento delle
bottiglie;
10. grazie agli ingenti investimenti pubblicitari (ca. 300 milioni di euro l’anno), impediscono di fatto una corretta informazione
sullo stato dell’acqua e le relative normative, minacciando le voci fuori dal coro di non investire più sui loro giornali, riviste,
televisioni commerciali, come sperimentato dal Dott. Giuseppe Altamore, vice caporedattore di Famiglia Cristiana e
documentato nel suo libro “Qualcuno vuol darcela a bere”.

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