lunedì 17 maggio 2010

UE e NWO: l'Unità, il Movimento Federalista Europeo e l'Istituto Affari Internazionali



http://nwo-truthresearch.blogspot.com/2010/05/ue-e-nwo-lunita-il-movimento.html

UE e NWO: l'Unità, il Movimento Federalista Europeo e l'Istituto Affari Internazionali

" Il MFE ha come scopo la lotta per la creazione di un ordine politico razionale, che, secondo la visione di Kant, può essere tale solo se abbraccia l'intera umanità. Il suo obiettivo ultimo è pertanto la federazione mondiale. I suoi obiettivi intermedi sono la Federazione europea, l'unificazione federale delle altre grandi famiglie del genere umano e la trasformazione dell'ONU in un governo mondiale parziale."
Statuto del Movimento Federalista Europeo, Art.2


Circa 8-9 anni fa ero un lettore "impegnato" dell'Unità. Era l'epoca in cui la sinistra tutta era affacendata nella costruzione del nuovo demone da combattere: Silvio Berlusconi, diventato praticamente responsabile di tutte le cose che in Italia non funzionavano. Devo dire innanzi tutto che condivido la maggior parte delle critiche che si fanno a Silvio; egli è un furfante, uno che si è fatto tramite la P2 di Gelli, uno che ha usato le istituzioni come strumento per la propria impunità, uno che ha usato le televisioni per costruire consenso e profitti attraverso la veicolazione di valori consumisti e individualisti ecc.

A quei tempi mi capitava di leggere spesso l'Unità di Furio Colombo perchè mi riconoscevo, e ancora mi riconosco, in quella parte sfruttata di popolazione che appartiene alle classi subalterne. All'interno di questo giornale trovavo articoli che spiegavano molto bene l'agire truffaldino del Silvio nazionale; affianco a questi però c'erano sempre articoli che, di contrasto, quasi veneravano l'elite della sinistra "borghese"; Rutelli, Fassino, Violante, Prodi, D'Alema Veltroni ecc. ecc. stavano tutti facendo una lotta eroica contro il nuovo fascismo del piduista di Arcore. Oltre a questi trovavo anche articoli entusiastici sull'Unine Europea e la sua moneta unica.

Dalle sue colonne l'Unità ci spiegava che l'Europa ci avrebbe salvato dal nuovo fascismo di Arcore e dalle rivoluzioni padane; ci diceva che l'Europa significava prosperità e benessere; voleva farci credere che essere di sinistra vuol dire essere europeista; le uniche critiche erano quelle di non fare un'unione solo economica ma anche politica e sociale.
Prodi ci diceva che i sacrifici erano necessari per un maggiore benessere futuro. E i più ci credevano. Leggete ad esempio questo pezzo di propaganda dell'economista Paolo Leon sull'Unita del 30-12-2001, la vigilia dell'introduzione dell'Euro come banconote e monete:
In effetti, la nascita dell’Euro è un’innovazione assolutamente straordinaria, un vero miracolo economico, se pensiamo che alla nuova moneta non corrisponde la sovranità di uno Stato vero e proprio. Il successo della nuova moneta, tuttavia, è stato ottenuto, paradossalmente, proprio perché la crescita europea era legata a quella americana, e non c’era bisogno di un intervento pubblico europeo per stimolarla. Per questa ragione, e proprio perché inconsapevolmente protetti dalla crescita americana, si sono sviluppati in Europa, sentimenti poco europei, più a favore delle piccole patrie e delle identità locali, spacciati per un’imitazione del liberalismo americano (per altro ignoto ai più e citato spesso a sproposito), anche se mancavano da noi proprio le condizioni favorevoli dovute, negli Usa, al potere del dollaro. Si sono, così, formati governi in Europa che coalizzano forze nazionaliste, quando non francamente razziste. Va ad onore del centro sinsitra in Italia aver praticato una politica di sacrifici per costruire l’Euro, nonostante l’emergere di egoismi locali e di demagogie quasi peroniste, che, oggi al governo del nostro paese, esprimono una visibile freddezza nei confronti di tutto ciò che è europeo: la nostra vendetta è che l’Euro è ormai una realtà. Ora, con la crescita americana in stallo e con l’Euro che non si svaluta più, la nuova moneta ha però bisogno di una politica economica europea fondata sulla domanda interna, e non più sulle esportazioni. Può darsi che i governi europei di destra non lo capiscano, ma mi chiedo come i centristi francesi, tedeschi e olandesi possono evitare di sostenere una politica economica europea che rafforzi l’accettabilità internazionale dell’Euro e trovi l’accordo con gli Usa, due condizioni che possono sconfiggere il nuovo antieuropeismo.
Paolo Leon
Ci sono, in questo pezzo di Leon, tutti gli elementi propagandistici dell'elite dei banchieri internazionali. L'Euro, l'obiettivo egoistico dei banchieri e una truffa nei confronti della popolazione, è associato invece all'essere di sinistra, tolleranti, solidali e alternativi, mentre ciò che è un pericolo per i banchieri, il rifiuto dell'Euro, è associato al razzismo e paradossalmente all'egoismo locale: il pericolo sono le "forze nazionaliste" e subito dopo c'è l'associazione di queste forze all'intolleranza etnica con la stoccata " quando non francamente razziste", che ha un impatto molto emotivo nel popolo di sinistra. Leon prosegue: " Va ad onore del centro sinsitra in Italia aver praticato una politica di sacrifici per costruire l’Euro, nonostante l’emergere di egoismi locali e di demagogie quasi peroniste"; Sinistra buona perchè ci ha fatto fare i sacrifici per l'Euro, gli altri NO buoni perchè non vogliono l'Euro e quindi sono "egoisti" e "demagogici", un'altra parola con un bell'effetto emotivo su chi legge. Ve la sentite di sottoscrivere, a distanza di 8 anni, questa frase di Leon? Per finire il solito accenno al " nuovo antieuropeismo" con l'implicito suggerimento alla mente del vero attivista di sinistra: stai attento che se sei antieuropeista noi di sinistra ti equipariamo a Satana. Anche adesso, a distanza di 8 anni, il nostro imperterrito Leon dice che bisogna "rafforzare l’Europa per affrontare la crisi" e vuole "uno slancio verso una reale unione europea lavorando perché l’Europa diventi uno Stato"
Ricordiamo che David Rockefeller ebbe a dire nel 1991:

" il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati."
All'epoca a capo del consiglio di amministrazione dell'Unità figurava Alessandro Dalai, a capo della casa editrice Baldini & Castoldi "la casa editrice nella quale è presente con una quota del 49% la Mondadori, ovvero la società editrice del gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi." Contattato dal Corriere della Sera, però, Alessandro Dalai ha così spiegato la sua posizione: «Sono amico di Veltroni e sono stato nel consiglio di amministrazione de "l' Unità". Strani casi della vita.
Ho capito solo in seguito questa abile mistificazione e propaganda. Anche in questo caso mi trovavo di fronte alla creazione di false opposizioni. Entrambe le fazioni, destra e sinistra, sono dirette da un'elite che vuole fare solo ed esclusivamente i propri interessi, e per farli deve costruire il consenso attraverso la propaganda. Dipingere l'avversario come mostro e se stessi come immacolati fa parte di questa propaganda. Attraverso la creazione di questo falso opposto si è voluto associare l'essere di sinistra con l'essere incondizionatamente a favore dell'integrazione europea e dell'Euro. Chi non era d'accordo con l'Europa era di conseguenza un fascista, un razzista, un rozzo leghista ecc. ecc. O con NOI o CONTRO DI NOI. Costretti all'interno di questa falsa dicotomia i più non reggono e per non sentirsi dire di essere dei razzisti e salvare la propria autoimmagine, abbracciano allegramente le esternazioni di Prodi e Veltroni.
Ora, dopo anni, dopo che abbiamo scoperto sulla nostra pelle che l'Europa non ci ha salvato, ora che vediamo che la cosiddetta stabilità, il benessere e l'ampia scelta di lavoro che avremmo dovuto sperimentare erano solo pie illusioni veicolate a scopo propagandistico, al pari dei milioni di posti di lavoro promessi dal divo di Arcore, forse ci renderemo conto che questi europeisti ci hanno preso per i fondelli fin dall'inizio.
Il progetto di Unione Europea è stato sempre portato avanti da una ristretta elite al fine di accrescere sempre più il potere e la ricchezza nelle mani di pochi banchieri e burocrati non eletti. Per meglio individuare i gruppi che, dietro le quinte, hanno voluto e sostenuto l'Unione Europea oggi parliamo di due potenti think tank: il Movimento Federalista Europeo (MFE) e l'Istituto di Affari Internazionali (IAI).
Il MFE e l' IAI sono stati fondati da Altiero Spinelli, un membro del gruppo Bilderberg. Questi serbatoi di pensiero si battono per la creazione di un Nuovo Ordine Mondiale e vedono l'Unione Europea come tappa intermedia per arrivare a costruire un Governo Mondiale sutto l'egida delle Nazioni Unite.
Da Wikipedia leggiamo di Altiero Spinelli:

" Altiero Spinelli (Roma, 31 agosto 1907 – Roma, 23 maggio 1986) è stato un politico e scrittore italiano, sovente citato come padre fondatore dell'Europa per la sua influenza sull'integrazione europea post-bellica.Fondatore nel 1943 del Movimento Federalista Europeo, poi co-fondatore dell'Unione Europea dei Federalisti, membro della Commissione Europea dal 1970 al 1976, poi del Parlamento italiano (1976) e quindi del primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale nel 1979. Fu promotore di un progetto di trattato istitutivo di un'Unione Europea con marcate caratteristiche federali che venne adottato dal Parlamento europeo nel 1984. Questo progetto influenzò in maniera significativa il primo tentativo di profonda revisione dei trattati istitutivi della Cee e dell'Euratom, l'Atto unico europeo. Fu membro del parlamento europeo per dieci anni e rimase uno degli attori politici principali sulla scena europea attraverso il Crocodile Club, da lui fondato e animato nel 1981."
Spinelli è un "anomalo socialista-tecnocrate votato a un europeismo oligarchico" facente parte della schiera dei comunisti-borghesi. Nel 1941 Spinelli scrisse assieme all'azionista Ernesto Rossi il "Manifesto di Ventotene" nel quale teorizzò una federazione europea:
Dopo la lettura di due articoli scritti nel 1918 da Luigi Einaudi (un economista che era stato professore di Rossi) che predicevano che la Lega delle Nazioni non avrebbe evitata un’altra guerra europea e che proponevano una federazione europea, Spinelli e Rossi studiarono le opere degli autori federalisti britannici contemporanei e scrissero il Manifesto di Ventotene al fine di avviare un movimento per promuovere una federazione europea.


Istituto di affari internazionali

l'Istituto Affari Internazionali fu fondato l'11 ottobre del 1965 da Spinelli insieme alla Fondazione Olivetti, all'Associazione di Cultura politica "Il Mulino" e al Centro Studi Nord-Sud; è uno dei principali think tank italiani ed è costruito sul modello dei potenti ed elitari Council On Foreign Relations e Royal Institute of International Affair. Lo IAI si trova al 33° posto della graduatoria mondiale dei think tank non americani elaborata dal THE THINK TANKS AND CIVIL SOCIETIES PROGRAM 2009 THE GLOBAL “GO-TO THINK TANKS”. Dal sito dell'IAI leggiamo:
" Nel 1980 è stato eretto a ente morale con decreto del Presidente della Repubblica.
Dal 1991 ha sede nel settecentesco Palazzo Rondinini, elegante esempio della Roma barocca, nel quale si svolgono anche le principali manifestazioni che l'Istituto organizza.
Il finanziamento è assicurato dai soci individuali e collettivi, da Enti pubblici e privati, dalle principali Fondazioni internazionali e da un contributo di legge erogato dal Ministero degli Esteri. (lo paghiamo anche noi! ndr)
Lo IAI mira a promuovere la conoscenza dei problemi internazionali nei campi della politica estera, dell'economia e della sicurezza attraverso ricerche, conferenze, pubblicazione e formazione."
Lo IAI è stato incaricato, fino dall'inizio, di coordinare i punti di vista degli ambienti d’affari europei, americani e giapponesi e di lottare contro ogni seria tendenza progressista potesse svilupparsi in Italia.
Lo IAI pubblica anche una rivista online dal nome Affari Internazionali, riprendendo il nome dalla rivista Foreign Affairs del Council on Foreign Relation. Dal loro pieghevole leggiamo ora gli Organi direttivi:
Presidente d'onore, Carlo Azeglio Ciampi
Presidente, Stefano Silvestri
Direttore, Ettore Greco
Vice Presidenti, Gianni Bonvicini, (Vicario) Roberto Aliboni, Paolo Guerrieri
Comitato dei Garanti
Cesare Merlini (Presidente), Bruno Bottai, Pier Francesco Guarguaglini, Arrigo Levi, Antonio Maccanico, Renato Ruggiero, Mario Sarcinelli, Guido Venturoni
Dall'ultimo rapporto annuale pubblicato (2007) vediamo un pò, ad esempio, chi sono i soci collettivi:
ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA (Abi), Roma (Giuseppe Zadra)
AGUSTAWESTLAND, Cascina Costa (VA) (Marcello De Donno)
AIAD, Roma (Carlo Festucci)
ALENIA AERMACCHI SpA, Venegono Superiore (Giorgio Brazzelli)
ALENIA AERONAUTICA, Roma (Giovanni Bertolone)
AVIO Spa, Torino (Massimo Mazzola)
CONFINDUSTRIA, Roma (Carlo Calenda)
EADS Italia srl (Serafino D’Angelantonio)
ELETTRONICA SpA, Roma (Lavinio Perotti)
ENTE NAZIONALE IDROCARBURI SpA (Eni),Roma (Leonardo Maugeri)
FINCANTIERI SpA, Roma (Giuseppe Bono)
FINMECCANICA SpA, Roma (Francesco Lalli)
IBM Italia SpA, Roma (Giovanni Aliverti)
INTESA SANPAOLO SpA, Milano (Mario Ciaccia)
ITALCEMENTI SpA, Bergamo (Giorgio Bodo)
ISTITUTO FINANZIARIO INDUSTRIALE (Ifi), Torino (Virgilio Marrone)
MBDA Italia SpA, Roma (Fabrizio Giulianini)
RHEINMETALL Italia Spa, Roma (Gennaro Santamaria)
SELEX Communications SpA, Genova (Lorenzo Costagli)
SELEX Sistemi Integrati, Roma (Stefano Tagliani))
SIMEST SpA, Roma (Giancarlo Bertoni)
VITROCISET Spa, Roma (Riccardo Grazi)
Tra i soci individuali troviamo poi tutti assieme appassionatamente centrodestra, centrosinistra, imprenditori, banchieri, globalisti e chi più ne ha più ne metta. Alcuni soci individuali:
ADORNATO FERDINANDO, AMATO GIULIANO, ANNUNZIATA LUCIA, BERNABÈ FRANCO, BONIVER MARGHERITA, BUTTIGLIONE ROCCO, COLOMBO EMILIO, DASSÙ MARTA, D’ONOFRIO FRANCESCO, FASSINO PIERO , FINI GIANFRANCO, FOLLINI MARCO, DE BENEDETTI CARLO Presidente, Cir SpA, Milano, NAPOLITANO GIORGIO, PADOA-SCHIOPPA TOMMASO, PERA MARCELLO, PASSERA CORRADO Consigliere Delegato e Ceo, Intesa Sanpaolo SpA, Milano, PIRANI MARIO Editorialista, «La Repubblica», PINOTTI ROBERTA, RUGGIERO RENATO, RUTELLI FRANCESCO, SCOGNAMIGLIO CARLO, SEGNI MARIO, TRONCHETTI PROVERA MARCO, VELTRONI WALTER...
C'era tempo fa una canzone di Gaber con questo ritornello: ma cosè la destra.... cosè la sinistra...
Massimo Fini, in uno dei suoi libri, disse: "La democrazia è quel sistema che te lo mette in culo con il tuo consenso"
Lo spettacolo elettorale che ci spacciano per democrazia è solo un teatrino creato allo scopo di sviare le nostre menti e portarle a credere che esistano, nei candidati dei partiti nazionali che noi votiamo, delle reali diversità di progetti e vedute; al di la del teatrino massmediatico, però questi personaggi hanno in mente un solo programma: quello di accrescere il loro potere e la loro ricchezza. Anche l'IAI, al pari degli altri think tank elitari come il Brookinks Institution e il Council on Foreign Relations, studia "la riforma delle principali istituzioni finanziarie e commerciali internazionali (FMI, WB, WTO) e le prospettive di interazione/cooperazione tra le principali aree economiche globali". Per quanto rigurda il nostro paese il ruolo dell'IAI è lo studio di programmi di "internazionalizzazione dell'economia italiana." Nella pagina dei progetti in corso leggiamo:

" Le sfide del multipolarismo e le strategie della politica estera italiana
All'interno del progetto per uno studio sulla politica estera italiana nel sistema multipolare globale, finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e di cui l'AREL è risultata aggiudicataria, lo IAI è incaricato di coordinare l'attività di un gruppo di ricerca, composto da accademici, analisti e rappresentanti del mondo economico e istituzionali, che affronterà il nodo della riforma delle regole e istituzioni del sistema di governance economica globale. Portando avanti un percorso di riflessione già avviato nell'ambito di una precedente iniziativa congiunta IAI-AREL, il progetto si concentrerà su alcuni temi chiave, come la riforma delle principali istituzioni finanziarie e commerciali internazionali (FMI, WB, WTO) e le prospettive di interazione/cooperazione tra le principali aree economiche globali. Attraverso un costante monitoraggio delle posizioni assunte dai governi dei principali paesi e delle negoziazioni portate avanti in ambito G8 e G20 verranno delineati degli scenari sulle future evoluzioni del sistema di governance economica globale al fine di comprendere il ruolo da attribuire all'Unione Europea e all'Italia nel processo di riforma.
Nell'ambito del progetto si è svolta il 18 novembre 2009 la conferenza internazionale "Global Governance and economic growth in the world economy after the crisis"
Programma
Presentazione di Damien Dunn
Intervento dell'On. Enrico Letta
Presentazione di John Williamson
Immagini
Governance Globale

Alla fine del programma del precedente triennio sull'internazionalizzazione dell'economia italiana, che si è concluso con un rapporto trasmesso alla Compagnia, l'obiettivo del prossimo triennio è di analizzare a partire dalla crisi finanziaria ed economica in corso le future possibili collocazioni dell'Italia e dell'Europa nel sistema economico globale in una prospettiva di medio-lungo termine, anche allo scopo di proporre adeguate opzioni per la politica economica estera italiana. L'ipotesi generale della ricerca è che per l'Italia e l'Europa sia auspicabile che il sistema internazionale sia gestito con strumenti multilaterali sulla base di accordi cooperativi e di regole condivise dai poli principali. Per gli Stati Uniti e per l'Europa, la sfida sarà in questo caso di riuscire a integrare, in un sistema di regole condivise, le potenze in ascesa del sistema internazionale, facendone dei responsible stakeholders. A questo riguardo verranno effettuate delle simulazioni di scenari che, a seconda dei livelli di intervento, riguarderanno l'azione dell'Italia, l'azione a livello europeo su cui l'Italia può intervenire, l'azione a livello globale. In una seconda fase verranno identificate le azioni di policy necessarie per collocare l'evoluzione del nostro paese sul sentiero di volta in volta più desiderabile. Nel corso della ricerca verranno realizzati dei position papers propedeutici relativi ai singoli sotto temi (crescita, commercio, tecnologia, energia e ambiente, demografia). Verranno altresì organizzate riunioni ristrette per la discussione dei position papers e si arriverà alla fine alla redazione di un Rapporto generale di ricerca che includerà i risultati più rilevanti del lavoro svolto e che verrà presentato in un Workshop aperto al pubblico.
Problemi e prospettive del sistema di governance economica globale
All'interno di un network di istituti che studiano gli scenari di riforma del sistema di governance economica globale, al quale lo IAI partecipa insieme a Chatham House, al Centre for International Governance Innovation e all'Oxford Institute for Economic Policy è stata avviata una iniziativa di riflessione sugli scenari di riforma delle regole e delle istituzioni che sottendono al funzionamento dell'economia globale. Particolare attenzione viene dedicata ai processi di riforma delle istituzioni economiche e finanziarie multilaterali (Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Mondiale del Commercio). Il gruppo di lavoro si riunisce periodicamente e organizza diverse iniziative di discussione e di diffusione dei risultati della ricerca.
Nell'ambito del progetto si è svolta il 6 luglio 2009 la tavola rotonda "The G20-G8 continuum: global governance in a world of crisis", organizzata dallo IAI in collaborazione con Chatham House, Centre for International Governance Innovation e il G8 Research Group dell'Università di Toronto. L'evento ha analizzato aspettative e problematiche degli incontri G8 e G20 all'interno del dibattito sulla riforma della governance economica globale (programma).
Cina e Unione Europea nel sistema di global governance
L'iniziativa si inquadra all'interno della collaborazione che lo IAI ha avviato con la Chinese Academy of Social Sciences (CASS), con la quale sono stati individuati filoni di ricerca di interesse comune. Attraverso uno scambio di visite di esperti i due istituti discutono dei problemi e prospettive dell'azione internazionale della Cina e dei suoi rapporti con l'Unione Europea. Uno specifico tema di approfondimento è quello dei possibili scenari di inserimento e azione della Cina all'interno del sistema multilaterale di governance politica ed economica della comunità internazionale."
A pag.893 del libro Massoneria e Sette Segrete di Epiphanius leggiamo:
" Gli Altri istituti di Affari Internazionali
RIIA e CFR a loro volta diedero origine a tutta una serie di istituti omologhi (circa una sessantina), dapprima nel Commonwealth, secondo la volontà di Rhodes, quindi in Europa e nello stesso blocco comunista.
Entrambi ispirati nei loro contenuti dalla Fabian Society, RIIA e CFR hanno perciò sempre mirato a realizzare la rivoluzione silenziosa - " dall'alto", in luogo di quella nelle strade - per giungere alla sintesi definitiva fra capitalismo e socialismo. Programma affine a quello del Patto sinarchico francese, al quale si sono sostituiti perseguendone e diffondendone su scala mondiale i contenuti.
Detti istituti si pongono come influenti " centri di studio" filobritannici, ad orientamento socialista " fabiano", costituendo veri e propri punti di controllo delle ricchezze e della cultura del paese che rappresentano; in una parola, centri di potere. Nell'elenco dei loro membri spiccano le principali banche, le industrie più rilevanti, le maggiori società di assicurazione, le università, i centri di ricerca e le fondazioni. Non solo: vi sono compresi anche i sindacati, le confederazioni degli imprenditori, i migliori giuristi, personalità politiche, i giornalisti più famosi e altro.
L'Istituto Affari Internazionali italiano (IAI) venne fondato nel 1965 dalla Fondazione Olivetti, dalla Associazione di Cultura politica " Il Mulino" e dal Centro Studi Nord-Sud in seguito a una proposta di un esponente del Movimento Federalista europeo, il comunista Altiero Spinelli. Ricordiamo che Altiero Spinelli, primo direttore dell'Istituto, era membro del Bilderberg Club e legatissimo al vero patron dell'IAI Gianni Agnelli, il Rockefeller italiano.
Presidente dell'IAI è Stefano Silvestri (n. 1942), professore dell'Università di Firenze, membro del Bilderberg e del Consiglio dell'IISS di Londra.
Esaminando da vicino la rete internazionale generata dal RIIA, si può constatare come, confusi con i membri dell'Istituto del paese considerato, vi siano molti "delegati" di "club" riservati di altri paesi, in omaggio al principio di infiltrazione trasversale, tanto caro alle società occulte e necessario alla verifica diretta dell'applicazione fedele delle disposizioni emanate dai centri di potere.
L'IAI, ad esempio, accanto ai suoi 55 dirigenti e fra i suoi 270 membri, ospitava negli anni '80 personalità come il massone d'alto grado Boutros Boutros-Ghali, ex Segretario delle Nazioni Unite, allora presidente dell'Istituto di Studi Politici e Strategici del Cairo; Robert Bowie, membro di Harvard, del Bilderberg Club, della Trilaterale, del CFR, dell'IISS e della CIA; Z. Brzezinski, teorico della Trilaterale e mondialista d'alto profilo; l'israelita Etienne Hirsh, dell'èquipe di Jean Monnet, presidente del Movimento Federalista europeo per quindici anni; il professore israelita di Scienze Politiche di Harvard Stanley Hoffman, membro del CFR e del Bilderberg Club; Francois Duchene, già direttore dell'IISS, membro del RIIA, del Bilderberg Club, della Trilaterale e dell'Istituto Atlantico; Richard Gardner, presente in alti cenacoli mondialisti; l'alto iniziato Max Kohnstamm, fondatore della branca europea della Trilaterale, legatissimo a Kissinger, presidente del comitato J. Monnet, membro del Bilderberg Club e presidente dell'Università europea di Firenze, centro studi supercapitalista; Karl Kaiser, presidente dell'Istituto Affari Internazionali tedesco (DGAP), membro del Bilderberg Club, della Trilaterale e dell'Istuituto Atlantico; il banchiere israelita Pierre Uri, uomo dei Rothschild, membro del Bilderberg Club, della Trilaterale e dell'Isituto Atlantico; Alvin Schuster, corrispondente per l'Italia del New York Times."
Movimento Federalista Europeo


Il MFE fu fondato da Spinelli nel 1943. Esso dichiara le seguenti caratteristiche:
è autonomo dalle forze politiche tradizionali e non partecipa direttamente alle elezioni;
svolge un ruolo di iniziativa politica mirante a mobilitare e far convergere le forze politiche e sociali e tutti i cittadini sugli obiettivi strategici che di volta in volta consentono di avanzare verso la Federazione europea e, in prospettiva, verso la Federazione mondiale;
elabora la sua politica a livello sovranazionale come sezione italiana dell'Unione Europea dei Federalisti (UEF), costituita nel 1947, e del World Federalist Movement, fondato anch'esso nel 1947;
è un insieme di centri di cultura politica di carattere militante, che collaborano a elaborare e diffondere la teoria generale del federalismo - che rappresenta il nucleo vitale della cultura della pace - e la critica degli aspetti falsi dell'idea nazionale;
Esiste anche un braccio giovaline del MFE che si chiama Gioventù Federalista Europea, la quale è la sezione italiana degli Jeunes Européens Fédéralistes (JEF). Dallo Statuto leggiamo all'Articolo 2:
" Art. 2 – Il MFE ha come scopo la lotta per la creazione di un ordine politico razionale, che, secondo la visione di Kant, può essere tale solo se abbraccia l’intera umanità. Il suo obiettivo ultimo è pertanto la federazione mondiale. I suoi obiettivi intermedi sono la Federazione europea, l’unificazione federale delle altre grandi famiglie del genere umano e la trasformazione dell’ONU in un governo mondiale parziale."
Il progetto federalista europeo si ispira al modello di aggregazione tra stati adottato dagli USA con la Convenzione di Filadelfia del 1787, dove prende forma la prima Costituzione federale della storia.
" La Federazione Europea
L'obiettivo strategico immediato del MFE é la Federazione europea, in quanto il grado di interdipendenza raggiunto dai rapporti politici, economici e sociali rende indispensabile e possibile portare a compimento il processo di integrazione sviluppatosi nel corso degli ultimi cinquant'anni e giunto ormai allo stadio cruciale della cessione della sovranità monetaria e politica da parte degli Stati europei. La Federazione europea non solo garantirà agli europei il controllo democratico sulle decisioni che li riguardano, ma costituirà la prova più evidente che è possibile superare la divisione dell'umanità in Stati sovrani. Il popolo europeo sarà il primo nucleo del popolo mondiale in formazione."
Il MFE è un sostenitore della tesi del gradualismo:
" Ma in certe fasi del processo di integrazione è emersa la necessità di battersi per obiettivi strategici più limitati, scegliendo quindi la via del gradualismo, definita da Jean Monnet come l'identificazione di "un'azione concreta e risoluta su di un punto limitato ma decisivo che provochi un cambiamento fondamentale su questo punto e modifichi progressivamente i termini dell'insieme dei problemi". Il gradualismo è, in definitiva, il metodo che permette avanzamenti parziali del processo di integrazione come base per una successiva e più incisiva battaglia costituente."
Il gradualismo è un termine orwelliano che si può benissimo tradurre con: totalitarismo per gradi.
Se la schiavitù centralizzata europea e mondiale fosse imposta in modo chiaro ed evidente fin dall'inizio le persone se ne accorgerebbero e si ribellerebbero: se l'obiettivo finale viene invece diluito in tanti piccoli obiettivi apparentemente slegati gli uni dagli altri le persone non si accorgono cosa stà accadendo e non si ribellano anche dopo che si è raggiunto l'obiettivo finale. Si prenda una rana viva e reattiva e la si getti in una pentola d'acqua bollente. Lotterà per la sua vita con tutte le sue forze, cercherà di saltare fuori dalla pentola e insomma, sola di fronte ad un destino noto e non piacevole, in lotta per la sua stessa vita, le proverà tutte per salvarsi.
La si metta invece in una pentola di acqua tiepida e si alzi poi molto lentamente la temperatura....Il benessere iniziale della nostra povera rana si tramuterà piano piano in malessere ma la poverina non riuscirà a darsene una spiegazione.
Incapace di cogliere i segnali di pericolo continuerà a rimanere nella vasca di acqua sempre piu' calda e morirà senza sapere perchè. Recentemente Nicola Vallinoto, Membro della Direzione nazionale del Movimento Federalista Europeo, ha scritto un articolo dedicato al terremoto di Haiti e pubblicato su eurobull.it, in cui auspicava "un governo mondiale per gestire le catastrofi umanitarie e ambientali". Anche questo articolo, come tutti gli altri documenti a favore del NWO, sostiene l'idea che ci siano delle pressanti minacce globali alle quali deve essere data una risposta globale attraverso l'accentramento di potere in un forte organismo elitario che risponda alle emergenze in modo rapido e deciso; la diversità di vedute, espressa dai molteplici stati nazionali, è interpretata come intoppo alla presa di decisioni rapide in risposta alle pressanti minacce, e quindi deve essere abolita, e con essa la libertà. Leggiamone una parte:
" Partendo da queste considerazioni sarebbe auspicabile che l’esperienza negativa del post-terremoto haitiano porti i governi dei paesi più ricchi, a cominciare dai membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, a prendere le necessarie e conseguenti decisioni.
Ovvero decidere di delegare una parte della propria sovranità a un governo democratico mondiale sotto l’egida dell’ONU, responsabile di fronte all’Assemblea generale, in quei settori o ambiti nei quali gli stati nazionali divisi hanno dimostrato di non essere in grado di dare risposte efficaci. L’ultima dimostrazione, in ordine di tempo, di tale inefficacia l’abbiamo avuta al vertice sul clima di Copenhagen dove dopo due settimane di incontri e confronti i leader di oltre cento paesi non sono riusciti a trovare un accordo minimamente soddisfacente per ridurre le emissioni di CO2, causa prima del riscaldamento del pianeta.
La domanda che si pone a coloro che hanno un ruolo di leadership nei partiti politici, a coloro che governano gli stati nazionali e agli intellettuali che riflettono sul futuro del mondo è la seguente:
«A quante altre disgrazie dovremo assistere, ed anche subire, prima di ammettere l’inutilità della divisione politica del mondo in stati nazionali, solo formalmente, sovrani e di lavorare per superare tali divisioni a favore di integrazioni federali a livello regionale e a livello planetario?»"
La posizione è: o Governo Mondiale o Disgrazie. Nella sezione Fondamenti e Scopi del loro documento introduttivo al MFE c'è scritto:
" Verso un governo mondiale
La lotta per la creazione della Federazione europea è sempre stata concepita dal MFE nel quadro più vasto del processo di unificazione mondiale, presupposto essenziale per la realizzazione della pace e della democrazia internazionale. Solo con un governo mondiale, in grado di elaborare e far rispettare leggi comuni, si può garantire la sicurezza di ogni popolo e di ogni individuo, che ormai riguarda non solo la pace, ma anche la difesa dell'ambiente e lo sviluppo dei paesi arretrati. Per questo il MFE è diventato la sezione italiana del World Federalist Movement, che è attivamente impegnato per la riforma e la democratizzazione dell'ONU, in quanto potenziale governo mondiale."
Le parole " democrazia" e " democratizzazione" in questi documenti dovrebbero essere interpretate attraverso la neolingua orwelliana; sembrano messe li apposta per indorare la pillola e confondere le idee; infatti ricorda molto da vicino il concetto di invasione trasformato in "esportazione della democrazia" adottato dal Governo USA; elaborare e far rispettare leggi comuni" sembra infatti proprio il contrario del concetto democratico di autodeterminazione nazionale e locale. Il MFE parte dal principio che costringere forzatamente tutte le nazioni ad abbracciare un Governo Mondiale sia di per se democratico, mentre è in contraddizione palese con il concetto di libertà e autodeterminazione dei popoli e delle nazioni; autodeterminazione che potrebbe estrinsecarsi nel rifiuto delle persone a sottomettersi a tale ordine; un ordine che è imposto dall'alto e appare giustificato solo ed esclusivamente come reazione rapida a emergenze che si rivelano, alla prova dei fatti, solo dei falsi pretesti per imporlo. Il MFE aderisce, come tutti gli altri think tank globalisti, al consenso pseudoscientifico sul riscaldamento globale antropogenico; nel loro documento Mozione sull'Unione europea e sulla conferenza sul clima di Copenhagen leggiamo che il Comitato Centrale del M.F.E., riunito a Roma il 4 luglio 2009, si dice " preoccupato per l’aggravarsi della crisi climatica globale che si manifesta con il riscaldamento del Pianeta e l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi cui, fino ad ora, non è stato contrapposto alcun provvedimento, misura o politica, a livello globale, capace di contrastarla efficacemente" e quindi:
ritiene che:

le misure del “pacchetto clima e energia” adottate dal Consiglio europeo dell’11 e 12 dicembre 2008, pur non essendo sufficienti a risolvere i problemi su scala planetaria, vadano nella giusta direzione; quindi debbano essere applicate, senza dilazioni e, anzi, accelerate nei tempi di attuazione;

l’U.E. vada dotata di adeguate risorse finanziarie proprie e che alla Commissione vadano attribuiti reali poteri di governo nei settori dell’energia e dell’ambiente, in modo da garantire l’attuazione, in modo efficiente, delle misure decise e lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica in detti settori su scala europea;

l’U.E. debba assumere un ruolo di leadership internazionale, parlando con una voce sola, nel processo di riconversione in senso ecologico dell’economia mondiale, proponendo al mondo intero un Piano Mondiale di misure impegnative per la salvaguardia del clima del Pianeta, che preveda una sostanziale diminuzione delle emissioni climalteranti e il lancio di un vero e proprio nuovo “New Deal” in grado di rilanciare l’economia mondiale con massicci investimenti nel campo delle energie rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza energetica;

l’U.E. debba proporre a Copenhagen di andare oltre i trattati internazionali, troppo limitati nella loro efficacia e spesso non sufficienti a migliorare la “governance” internazionale, e di dare vita a una Comunità mondiale per l’ambiente, costituita sul modello della C.E.C.A. nel processo di unificazione europea, dotata di adeguati mezzi finanziari propri derivanti dall’applicazione di una Carbon-tax a livello mondiale e gestita da un’Alta autorità, avente reali poteri e autonomia, responsabile di fronte all’O.N.U.
Per tutti questi motivi
chiede:




che l’U.E. si impegni, con determinazione, nel processo di riconversione in senso ecologico dell’economia, attuando il pacchetto clima-energia deciso a Bruxelles nel dicembre 2008, senza ritardi e condizionamenti;




che l’U.E. assuma il ruolo di leadership a livello internazionale nella indicata direzione, avanzando e sostenendo nella prossima Conferenza Mondiale di Copenaghen, un Piano Mondiale di misure per la salvaguardia del clima del Pianeta che preveda la costituzione, a livello dell’ONU, di una Comunità Mondiale per l’ambiente, dotata di mezzi finanziari propri e di reali poteri, sul modello della C.E.C.A..
Ripetiamo i loro obiettivi: " Comunità Mondiale per l’ambiente, Carbon-tax a livello mondiale e gestita da un’Alta autorità, avente reali poteri e autonomia, responsabile di fronte all’O.N.U.". Sia il Council on Foreign Relations che la Rivista dell'Istituto Affari Internazionali, sono poi concordi nello sviluppo di tecniche di geoingegneria, tra cui l'infame operazione delle scie chimiche, per contrastare gli effetti dello stesso; si veda a proposito il mio articolo Lovelock, la depopolazione, l'effetto serra e la geoingegneria. Non c'è bisogno di ricodare nel detattaglio tutte le prove che contraddicono la tesi del riscaldamento globale da CO2 antropogenica; ho già scritto alcuni articoli al riguardo. Il Global Warming da CO2 antropogenica serve solo ed esclusivamente a imporre la centralizzazione del potere mondiale con la scusa dell'emergenza ambientale. Riguardo al sistema monetario il MFE in una Mozione economica del del 13 marzo 2010 afferma:
" la necessità di una profonda riforma del sistema monetario internazionale che evolva verso una moneta mondiale di riserva sottratta all’arbitrio di un solo Stato, che non è in grado, come aveva previsto chiaramente Robert Triffin, di garantire nel medio periodo il funzionamento di un equo mercato mondiale;
- l’attualità della proposta di una moneta mondiale di riserva, il “bancor”, formulata da Keynes a Bretton Woods nel 1944 e rilanciata con forza dal Presidente della Banca del Popolo Cinese Zhou nel 2009 -, a partire dal Diritto Speciale di Prelievo (SDR) emesso dal Fondo Monetario Internazionale -, come richiesto dai federalisti nel Congresso mondiale di Ginevra del 2007 e nel Congresso europeo di Parigi del 2008;"
Avevo già parlato di questo argomento e delle sue conseguenze in un articolo intitolato Verso una moneta unica mondiale dove citavo Gavin Marshall di globalresearc.ca:
" In definitiva, ciò che tutto questo implica è che il futuro dell'economia politica è fatto di passi sempre più rapidi verso un sistema globale di governance, ovvero di governo mondiale, con una banca centrale mondiale e una valuta globale, e che, contemporaneamente, questi sviluppi avverranno a fronte o a seguito di un declino della democrazia in tutto il mondo, con un conseguente incremento della gestione autoritaria del potere politico"
Insomma in questo Movimento Federalista Europeo troviamo proprio tutti gli elementi fondamentali del Nuovo Ordine Mondiale espressi chiari e tondi.

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